4. Curia del Podestà, Giudici ad maleficia, Accusationes, reg. 39a, 1317, I sem.
E ‘l duca lui: “Caron, non ti crucciare,
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole e più non dimandare”.
(Inferno, III, 94-96)
Questa terzina celeberrima, ospitata dalla copertina di un registro di atti giudiziari, è la più antica testimonianza documentaria di un luogo della Commedia. La terzina, tratta dal III canto dell’Inferno, è trascritta dal notaio Therius Gani degli Useppi di San Geminiano, che nel 1317 si trovava a Bologna al seguito del podestà Nicolò Bandini da Siena. Si avvia da questa copertina l’impetuosa diffusione eterodossa di versi della Commedia tra i registri pubblici bolognesi, prodotti dagli ufficiali del Comune, sia locali che forestieri, fenomeno che si mantenne intenso per tutto il Trecento e anche per il secolo seguente, dando avvio alla grande fortuna dell’opera dell’Alighieri in città.
Della stessa mostra
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