Sezione 6 | Luigi Aldrovandi Marescotti

Vetrina 33 | La guerra di un diplomatico

Il nostro percorso attraverso alcuni aspetti e momenti della Grande guerra, e i riflessi che produsse su Bologna, si conclude fermando l’attenzione su un personaggio bolognese, Luigi Aldrovandi Marescotti, che per la sua stessa storia professionale si trovò a seguire da vicino, dalle stanze del potere politico, quegli anni drammatici.

Luigi Aldrovandi Marescotti nacque a Bologna il 5 ottobre 1876 e, dopo la laurea in giurisprudenza, intraprese a soli 24 anni la carriera diplomatica (1-2). Fece le sue prime esperienze come viceconsole in varie città brasiliane e poi a New York (3) e a New Orleans. In seguito, nel novembre 1913, fu destinato a Vienna in qualità di incaricato d’affari, ruolo che comportava la reggenza dell’ambasciata italiana in assenza dell’ambasciatore: l’Aldrovandi si trovava quindi proprio a Vienna durante la crisi internazionale che nell’estate del 1914 provocò la guerra tra Francia e Inghilterra da una parte e Germania e Austria dall’altra. Ma nel novembre di quello stesso anno fu richiamato a Roma dal ministro degli Esteri Sidney Sonnino (4), che lo volle accanto a sé come capo di gabinetto, incarico che Luigi Aldrovandi conservò per tutta la durata della guerra, fino alla fine di giugno 1919.

Così fu testimone diretto dell’intensissimo lavorio diplomatico che precedette la decisione del governo italiano di denunciare la Triplice alleanza e di intervenire nel conflitto a fianco di Francia e Inghilterra; ma partecipò anche alle trattative per la pace del 1919 (5-6). Era infatti segretario generale della delegazione italiana alla conferenza di Parigi e segretario per l’Italia nel Consiglio supremo degli alleati, il cosiddetto “Consiglio dei quattro”, composto da Orlando per l’Italia, Wilson per gli Stati uniti, Lloyd George per la Gran Bretagna e Clemenceau per la Francia.

Dopo il trattato di pace di Versailles, che pose fine al conflitto, fu inviato a Berlino, con l’incarico di riallacciare le relazioni diplomatiche con la Germania, mentre la prima nomina ad ambasciatore lo vide a Buenos Aires nel 1923. Fu nuovamente a Berlino, stavolta come ambasciatore, dal 1926 al 1929 (7). Tornato a Roma, dal dicembre 1929 rimase a disposizione del Ministero degli esteri e dall’aprile 1934 fu senatore del Regno.

Morì a Roma il 9 luglio 1945.

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1. Sunto del decreto ministeriale di assunzione di Luigi Aldrovandi Marescotti nella carriera diplomatica, 2 marzo 1900, in ASBO, Aldrovandi Marescotti
2. Ritratto fotografico di Luigi Aldrovandi Marescotti in uniforme da funzionario d’ambasciata, 27 dicembre 1904, in ASBO, Aldrovandi Marescotti
3. Accredito di Luigi Aldrovandi Marescotti come viceconsole d’Italia a New York, 15 dicembre 1905, in ASBO, Aldrovandi Marescotti
4. Biglietto da visita di Sidney Sonnino, in ASBO, Aldrovandi Marescotti
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5. Luigi Aldrovandi Marescotti a Sidney Sonnino, 13 maggio 1919, in ASBO, Aldrovandi Marescotti
6. Sidney Sonnino a Luigi Aldrovandi Marescotti, 13 maggio 1919, in ASBO, Aldrovandi Marescotti
7. Luigi Aldrovandi Marescotti a Berlino nel 1926 con alcuni protagonisti della politica mondiale, in ASBO, Aldrovandi Marescotti

Vetrina 34 | I ricordi di guerra di un diplomatico

Fra la documentazione della famiglia Aldrovandi Marescotti, conservata dall’Archivio di Stato di Bologna, le carte di Luigi rappresentano un nucleo di grande interesse, con tanti documenti di carattere privato, come la corrispondenza con la madre, e tanti altri legati invece alla sua attività professionale, come gli scambi epistolari con i colleghi dell’ambiente diplomatico o ministeriale.

Oltre ai documenti personali, le carte di Luigi Aldrovandi comprendono una notevole quantità di materiali diversi ed eterogenei da lui stesso raccolti nel corso della sua attività professionale: da ritagli di giornali a fotografie e ad appunti con osservazioni e riflessioni sulle varie questioni politiche di cui i suoi incarichi lo portarono a occuparsi.

Ma sicuramente gli anni dal 1914 al 1919, trascorsi agli Esteri come capo di gabinetto del ministro Sonnino, rappresentarono il periodo più significativo della sua prestigiosa carriera e probabilmente anche per lui il più coinvolgente. Egli poté assistere da un osservatorio privilegiato, e anzi vivere in prima persona, gli avvenimenti drammatici del grande conflitto mondiale, dai mesi precedenti all’entrata in guerra dell’Italia alle trattative di pace del 1919.

Tutto ciò che aveva visto e ascoltato, i tanti documenti che erano passati per le sue mani, i contatti che aveva avuto con i maggiori protagonisti politici costituirono, diversi anni più tardi, il nucleo centrale delle sue opere memorialistiche: in esse i ricordi personali sono però arricchiti da una copiosa documentazione ministeriale inedita e da tantissimo altro materiale che, dal momento in cui iniziò a progettare i saggi e per oltre dieci anni, l’Aldrovandi si diede a ricercare con pazienza e grande accuratezza, nell’intento di riuscire a delineare un quadro il più possibile completo, veritiero e storicamente corretto di quegli anni cruciali.

L’esito di tanto lavoro furono le sue più note pubblicazioni: Guerra diplomatica. Ricordi e frammenti di diario (1914-1919), Milano, Mondadori, 1936; Nuovi ricordi e frammenti di diario per far seguito a Guerra diplomatica (1914-1919), Milano, Mondadori, 1938.