Bacheca 3

5. Matricola della Società delle spade, 1285, c. 1r. (Codici miniati, 3)

6. Statuti della Società degli orefici, 1299, c. 1r. (Codici miniati, 6)

7. Statuti della Società dei drappieri, 1346, c. 1r. (Codici miniati, 12)

La Matricola della Società delle spade del 1285 presenta un capolettera figurato di estrema eleganza, sia nella struttura architettonica su due livelli, sia nel fregio a foglie, nodi e palline, che, sulla stessa gamma cromatica (azzurro, rosa, rosso), collega il proemio all’elenco nominativo dei soci. Nel riquadro superiore la Vergine col Bambino; nell’inferiore i santi Domenico, Paolo, Pietro e Francesco, resi con grande attenzione per lineamenti e barbe e per gli incarnati rosa pallido, che enfatizzano gli occhi puntiformi. Queste raffigurazioni di Domenico e Francesco sono di grande rilievo, anche perché fra le più antiche reperibili in ambito bolognese.

Da poco emancipatisi dall’Arte generale dei fabbri, gli orefici bolognesi affidano nel 1299 la decorazione dei loro primi statuti ad un miniatore di ottima scuola, come si dimostra negli esiti del fregio che discende dalla A di Ad honorem, ma anche aperto verso evidenti novità stilistiche, nella resa dei particolari espressivi del patrono dell’arte, sant’Alò, nella gestualità e in un certo effetto di profondità dell’immagine. Di grande interesse per noi, l’omaggio di cui è oggetto san Domenico nell’invocazione iniziale, che lo ricorda come patrono cittadino subito dopo Pietro e Paolo e prima di Francesco e Petronio.

Gli Statuti dei drappieri del 1346 segnano certamente una delle tappe fondamentali nella storia della miniatura bolognese del Trecento. L’anonimo autore, che proprio da quest’opera viene definito Maestro del 1346, già apprezzato per la naturale espressività delle fisionomie da Longhi è stato compiutamente delineato come personalità autonoma solo negli ultimi anni del secolo scorso da Alessandro Conti e Massimo Medica. La presenza del registro in questa sede è giustificata tuttavia dal fatto che, come nei precedenti Statuti degli orefici del 1299, san Domenico viene onorato come patrono cittadino nelle primissime righe del testo, proprio all’inizio dell’invocazione, subito dopo Maria Maddalena, patrona dei drappieri, e Pietro e Paolo.