Teoria e pratica medica nel basso Medioevo: Teodorico Borgognoni vescovo, chirurgo e ippiatra

14 Ottobre - 24 Novembre 2018

Mostra storico-documentaria a cura di Massimo Giansante, Lorenza Iannacci, Giovanna Morelli, Diana Tura e Annafelicia Zuffrano, con conferenze, visite e passeggiate guidate
Ottobre - Novembre 2018

Teodorico Borgognoni vescovo e medico del Duecento
Nuovi apporti documentari dall’Archivio di Stato di Bologna


Il ciclo di iniziative (mostra, conferenze, convegno internazionale), che si articola intorno
alla figura di Teodorico Borgognoni (1205-1298), domenicano e vescovo di Bitonto e
di Cervia, chirurgo e ippiatra, trae spunto da alcune recenti e, come spesso accade,
casuali scoperte archivistiche: documenti di grande interesse passati finora pressoché
inosservati, che contribuiscono ad illuminare una figura di notevole spessore nella storia
della medicina, della chirurgia e della veterinaria, la cui notorietà è limitata tuttavia ad
un ambito assai ristretto di specialisti.

La prima sezione della mostra (Teodorico Borgognoni, 1205-1298: elementi biografici)
espone appunto i documenti affiorati di recente dal patrimonio dell’Archivio di Stato
di Bologna e il loro apporto alle conoscenze sulla vita di Borgognoni, la sua famiglia,
la rete di relazioni in cui era coinvolto, le ricchezze accumulate grazie alla professione
medica e così via.

L’occasione ci è sembrata propizia anche per mettere a confronto la cultura medica e
scientifica di Borgognoni, che emerge dal suo trattato sulla Chirurgia, con il panorama
ormai piuttosto ben illuminato della scuola medica bolognese del Due e Trecento: forme
e contenuti dell’insegnamento, testi di riferimento, organizzazione dei corsi, rapporti
della medicina accademica con la cultura filosofica classica greca e araba, temi cui è
dedicata la seconda sezione della mostra (L’insegnamento della medicina a Bologna,
secoli XIII-XV).

Molto prima di ottenere un pubblico riconoscimento della propria competenza
professionale, a coronamento di un corso istituzionale di studi superiori, processo che
possiamo dire compiuto verso la fine del XIII secolo, i medici bolognesi erano impegnati
nella vita pubblica come operatori sanitari al servizio di cittadini e militari e come
consulenti nei tribunali del Comune: ad illustrare questi ruoli è dedicata la terza sezione
della mostra (I medici e le istituzioni comunali).

Fra i numerosi spunti che la mostra intende proporre alla riflessione dei visitatori e della
comunità cittadina, emergono con particolare evidenza dal breve percorso espositivo
due tratti caratterizzanti della cultura medica bolognese, solo apparentemente
in contraddizione fra loro: da un lato la spiccata vocazione filosofica di medici che
sviluppavano la propria formazione nell’ambito della scuola delle arti e in costante
rapporto con la tradizione aristotelica greca e araba; dall’altro l’attitudine precoce,
altrettanto costante poi nei secoli, a confrontare quella tradizione dottrinale con i
dati sperimentali dello studio anatomico, avviato dai maestri bolognesi, con finalità
scientifiche e didattiche, già all’inizio del Trecento, e sviluppatosi poi in forme pubbliche,
ed anzi nel corso del tempo sempre più teatrali.