7. «Qui il governo non sta colle mani in mano»

Che il Governo provvisorio delle Romagne avesse istituito al suo interno un ministero incaricato della gestione degli affari esteri era cosa risaputa tra gli addetti ai lavori. Meno noti erano però i termini cronologici del suo funzionamento e la politica diplomatica perseguita da quel ministero. Il fatto poi che del suo archivio si fossero perse le tracce era causa di una vistosa lacuna nel mosaico delle fonti “risorgimentali”.

Oggi il suo ritrovamento colma quel vuoto. Nel 2009, a distanza di 150 anni esatti dalle vicende che portarono Bologna e le Romagne all’indipendenza ed all’unificazione, l’amministrazione archivistica italiana, acquistando il fondo personale del marchese Gioacchino Napoleone Pepoli, è venuta in possesso anche dell’archivio del Ministero degli affari esteri del Governo provvisorio delle Romagne. Il Pepoli infatti, dopo essere stato a capo di quel dicastero trattenne presso di sé, come era prassi diffusa all’epoca, l’archivio ministeriale, conservandolo tra le sue carte private.

Ciò che è emerso nel corso dei lavori di riordinamento ed inventariazione può paragonarsi al rinvenimento di un prezioso “reperto”. Tra le carte, in gran parte sciolte, caoticamente conservate in un paio di buste, hanno infatti cominciato a delinearsi le relazioni che dovevano originariamente vincolare l’uno all’altro i documenti prodotti dall’ente, consentendo di ricostituire quelle unità archivistiche (i fascicoli) che sole permettono di rappresentare pienamente l’evento cui i documenti fanno riferimento e ai singoli oggetti di esprimere così la pienezza della loro funzione documentaria.

Quello che in questa vetrina si propone non è una scelta di documenti, ma alcune delle unità archivistiche, tutte intere, che costituiscono il fondo “ritrovato” del Ministero degli esteri: ciascuna di esse è testimone di un fronte diplomatico aperto dal Governo delle Romagne nel corso della sua breve ma intensa esistenza (12 giugno - 8 dicembre 1859). Emergono in particolare, per la vividezza e la lucidità dei resoconti trasmessi, le missioni affidate dal Governo a due suoi agenti all’estero: Gabriele Rossi, incaricato d’affari a Firenze (1), ed Emanuele Marliani, inviato speciale a Londra (2).

Citazioni bibliografiche e archivistiche

1. “Rossi prof. Gabriele incaricato d’affari presso il governo toscano”, 20 giugno - 29 ottobre 1859 (Archivio di Stato di Bologna, Sezione, poi Ministero degli affari esteri del Governo provvisorio delle Romagne, b. 16).

2. “Marliani cav. Emanuele in missione a Londra”, 10 - 25 agosto 1859 (ibidem).

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