III. I LUOGHI DELLA BOLOGNA NAPOLEONICA

1. PALAZZO RANUZZI-BACIOCCHI E PALAZZO CAPRARA

A Bologna, alcuni palazzi un tempo appartenuti all’aristocrazia senatoria, e costruiti nel Cinque e Seicento, furono abitati da personaggi del periodo napoleonico e tuttora ne conservano il ricordo. Palazzo Ranuzzi [29], che fu acquistato nel 1822 dal principe Felice Baciocchi, vedovo di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone e granduchessa di Toscana, ne conserva infatti il nome e alcuni arredi.
Durante la permanenza dei Baciocchi, l’edificio fu arricchito di nuovi dipinti realizzati da validi artisti come Antonio Basoli e fu aperta la piazza antistante, demolendo le case che vi sorgevano. Successivamente il palazzo appartenne alla famiglia Grabinski e nel 1870 fu acquistato dal Comune che lo adibì a sede del Tribunale. Tuttora vi risiede la Corte d’Appello.
Palazzo Caprara fu venduto da Carlo Caprara a Napoleone nel 1806 [30-31] e, divenuto parte del ducato di Galliera, passò alla figlia di Eugenio di Beauharnais, Joséphine, che sposò Oscar Bernadotte e divenne regina di Svezia. Durante gli anni gli anni dieci e venti dell’Ottocento ospitò lo stesso Napoleone, Eugenio e Ortensia di Beauharnais, e i Bernadotte.
In seguito fu acquistato dalla famiglia De Ferrari di Genova, nuovi titolari del ducato di Galliera, e poi dagli Orléans-Montpensier, che lo restaurarono e lo arricchirono di splendidi oggetti d’arte. Palazzo Caprara divenne infine palazzo del Governo, cioè sede della Prefettura, e conserva ancora l’appartamento dove dormì l’imperatore [32].

29. “Facciata principale del palazzo posto in Bologna di Sua Eccellenza il signor senatore Gerolamo Ranuzzi”, incisione di Francesco Balugani, sec. XVIII, in Archivio di Stato di Bologna, Ranuzzi, Miscellanea Mappe e Disegni

30. Carlo Caprara a Napoleone I, Bologna, [1807], in Archivio di Stato di Bologna, Antonio Aldini, Documenti politici del governo bolognese, delle Repubbliche Cispadana e Cisalpina e del Regno d’Italia

31. Veduta di Palazzo Caprara, riproduzione tratta da Palazzo Caprara, sede della Prefettura di Bologna, Bologna 2002

32. Fotografia dell’appartamento a palazzo Caprara dove dormì Napoleone I nel 1805, riproduzione tratta da Palazzo Caprara, sede della Prefettura di Bologna, Bologna 2002

2. VILLA ALDINI

Fra il 1811 e il 1816 il bolognese Antonio Aldini, ministro di Napoleone, fece costruire sul colle dell’Osservanza una villa dallo scenografico frontone classico, nella quale fu inglobata la rotonda romanica del santuario della Madonna del Monte.
La tradizione vuole che poichè Napoleone era rimasto colpito dal panorama che si coglie dal colle, Aldini si fece promotore della costruzione della villa che doveva essere la materializzazione della presenza imperiale. La costruzione fu concepita come un tempio di un’acropoli, con sfoggio di colonnati su ogni parte visibile dalla città.
Con la caduta dell’impero la costruzione della villa fu interrotta, e la parte retrostante rimase disadorna.
Nella mappa settecentesca tratta dal fondo dell’Ufficio Acque e Strade, è rappresentata la località di Gaibola [33], con la chiesa della Madonna del Monte, sito nel quale fu in seguito edificata la villa.
Nella mappa del catasto Boncompagni [34], della fine del Settecento, si vede ancora la chiesa della Madonna del Monte, di proprietà dei Reverendi Padri di San Procolo, con l’annesso convento, fabbricato che verrà poi sostituito da quello di villa Aldini [35]. Infatti nella mappa del catasto Pontificio, detto Gregoriano, che è datata 1811-1814, si rileva la sagoma del nuovo palazzo Aldini [36].
Dopo la fine dell’impero, la villa incompiuta, venduta da Aldini, conobbe vari passaggi di proprietà, e una minaccia di demolizione nel 1831. La minaccia fu evitata per la presenza del luogo di culto che causò la formazione di una Pia Unione, sostenuta dal Comune, in grado di acquistare la villa, conservarla e adattarla a chiesa, mai utilizzata per le sacre funzioni, a causa della struttura “pagana” dell’edificio.
Villa Aldini fu sede del comando austriaco dal 1849 al 1859 e infine fu ceduta al Comune.

33. Mappa del comune di Gaibola con il santuario della Madonna del Monte, 1774, in Archivio di Stato di Bologna, Ufficio Acque e Strade, Campioni delle strade

34. Mappa del comune di Gaibola (riproduzione di un particolare con il fabbricato del convento della Madonna del Monte), fine sec. XVIII, in Archivio di Stato di Bologna, Catasto Boncompagni, Mappe

35. Veduta di Villa Aldini, in Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Raccolta carducciana di padre Renato Santi Renato Santi, Studi, ricerche e materiali di lavoro, Ritratti di personaggi

36. Mappa del territorio di Gaibola con la sagoma del nuovo Palazzo Aldini in costruzione, 1811- 1814, in Archivio di Stato di Bologna, Catasto Pontificio detto Gregoriano, Mappe

3. VILLA MONTI

Nel 1822 Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone, che era stato spesso in contrasto con lui, e residente fino ad allora a Roma, dove papa Pio VII gli aveva assegnato il titolo di principe di Canino, si trasferisce a Bologna. Qui la sua figliastra, Anna Jouberton, figlia di primo letto della sua seconda moglie Marie-Alexandrine de Bleschamps, aveva sposato il marchese Alfonso Hercolani.
Nel rogito del notaio Pietro Cassani, datato 25 luglio 1822, Luciano acquista da Cesare Bianchetti [37] la bellissima villa Monti alla Croce del Biacco, fatta costruire nel Settecento da Antonio Felice Monti, luogotenente dell’esercito di Luigi XVI, circondata da un parco ricco di alberi e di statue.
La mappa del 1774 mostra la località di Croce del Biacco [38], divenuta luogo di villeggiatura già nella seconda metà del Settecento e punteggiata di ville celebri, come la villa Pallavicini, che ospitò gli Stuart, la dinastia pretendente al trono d’Inghilterra, e poi i Mozart, padre e figlio.

Altrettanto piacevole era considerata villa Monti, dove Luciano Bonaparte e la sua numerosa famiglia (lui e la moglie ebbero dieci figli) abitarono per alcuni anni, godendo del magnifico parco, ricevendo l’alta società cittadina e allestendo nel piccolo teatro della villa commedie in francese, spesso composte dallo stesso fratello di Napoleone [39].
Gli aristocratici bolognesi conservarono tuttavia una certa diffidenza verso gli avventurieri Bonaparte, e la figliastra di Luciano, morto il marito, entrò in contrasto con gli Hercolani per questioni ereditarie. Quando nel 1835 Luciano [40], eclettico intellettuale, si allontanò da Bologna per tornare a concentrarsi sui suoi scavi archeologici nel territorio laziale, rivendette quella che era stata la sua residenza ai Malvezzi.
Dopo l’Unità cominciò l’inarrestabile declino della villa, qui riprodotta in una foto degli anni Trenta del ‘900 [41]. Saccheggiata dagli austriaci in ritirata da Bologna nel 1859, fu poi rovinata dai bombardamenti che nel 1944 colpirono la zona circostante, e in particolare il parco. Nel 1950 venne infine trasformata in una struttura ospedaliera (Villa Salus) e il corpo dell’edificio stravolto. La villa è tuttora in stato di abbandono e di degrado.

37. Rogito di acquisto da parte di Luciano Bonaparte della villa posta a Croce del Biacco di proprietà del conte Cesare Bianchetti, 25 luglio 1822, in Archivio di Stato di Bologna, Notarile, Pietro Cassani

38. Mappa del comune di Croce del Biacco con le ville Pallavicini e Monti, 1774, in Archivio di Stato di Bologna, Ufficio Acque e Strade, Campioni delle strade

39. Mappa del comune di Croce del Biacco (riproduzione di un particolare con il fabbricato di Villa Monti), 1774, in Archivio di Stato di Bologna, Ufficio Acque e Strade, Campioni delle strade

40. Ritratto di Luciano Bonaparte (riproduzione tratta dal quadro di François-Xavier Fabre)

41. Fotografia di Villa Monti (riproduzione tratta da un originale degli anni Trenta del ‘900)