9. La seconda guerra d’indipendenza, D’Azeglio e Napoleone III

Dopo un’assenza durata tre anni, Pepoli rientrò a Bologna nel 1852 prendendo attivamente parte ai lavori del movimento liberale bolognese, centro e motore dell’opinione politica locale in preparazione dell’indipendenza delle Romagne. Intenso fu in quegli anni lo scambio tra i rappresentanti del movimento: particolarmente lucida è l’analisi della situazione quale emerge dalla corrispondenza tra il Pepoli e il cugino Gioacchino Rasponi (96-97).
In attesa del ritiro degli austriaci da Bologna, i membri del Comitato nazionale bolognese, formatosi nell’agosto del 1858 e presieduto da Luigi Tanari, Pietro Inviti e Camillo Casarini, intensificarono le loro riunioni, dividendosi tra l’ampia sala del Caffè della Fenice in piazza Santo Stefano («mezzo tra il Club e la taverna»), e i locali di Palazzo Pepoli nuovo, residenza del marchese Gioacchino.
In realtà ben poco cordiali dovettero essere i rapporti tra i vertici del Comitato e il Pepoli, se questi (la cui opposizione è stata definita dalla storiografia «imbarazzante e pericolosa») sentì la necessità di sottolineare nelle proprie memorie che «i suoi soliti nemici pretesero che tutto il merito si dovesse attribuire alla Società Nazionale presieduta da La Farina. Una nota del cardinale Antonelli dichiara invece che tutta la colpa è del marchese Pepoli, che è egli che ha tutto fatto, che ha tutto ordito contro il governo pontificio, valendosi della sua influenza presso l’imperatore».

Dopo l’ingresso di Napoleone III a Milano l’8 giugno 1859 (98-99) e la caduta del governo pontificio a Bologna il 12 successivo, Pepoli entrò a far parte della Giunta provvisoria di governo nominata dall’amministrazione municipale, incaricato della sezione degli affari esteri (101).
Così lo stesso Pepoli descrive nelle sue memorie quella giornata “gloriosa”: «L’alba del 13 giugno 1859 saluta nella piazza un numero considerevole di cittadini che acclamano il Piemonte, la Francia, l’indipendenza, la libertà. In mezzo alla folla è il Pepoli, che, non ostante il timido parere di molti, dà ai pompieri della città l’ordine di calare lo stemma pontificio dal palazzo di città, facendosi egli pubblicamente garante che l’imperatore Napoleone non avrebbe mai ristabilito in Bologna il governo pontificio. Queste parole, pronunziate dall’alto della ringhiera del palazzo di città, furono quelle che vinsero le renitenze dei paurosi e che tolsero ogni dubbio dall’animo dei cittadini».

Il 24 dello stesso mese, dopo la decisiva battaglia di Solferino, una deputazione della Giunta composta da Pepoli, Rasponi, Casarini e Luigi Palmucci, fu ricevuta al campo militare da Vittorio Emanuele e dall’imperatore Napoleone III per presentare al sovrano sardo l’offerta della dittatura sulle Romagne. Fu il Pepoli a recare con un dispaccio alla Giunta la notizia della vittoria dell’esercito franco-piemontese.
Il sovrano acconsentì all’invio nelle Legazioni di un commissario straordinario che predisponesse il reclutamento dei volontari per la guerra d’indipendenza.

L’arrivo di Massimo D’Azeglio (102), inviato dal governo sardo a Bologna, fu prima organizzato riservatamente (103) e poi annunciato pubblicamente (104). Il commissario istituì il 15 luglio un Governo provvisorio delle Romagne, designando il Pepoli quale gerente della sezione delle finanze e, ad interim, degli affari esteri (105). E da ministro degli esteri diramò quella famosa Note circulaire adressée par le gouvernement des Romagnes à ses agents à l’etranger (106), che i giornali dell’epoca definirono – a dire del Pepoli – «il più bel documento della rivoluzione italiana» e che suscitò tanta sorpresa nell’ambiente ecclesiastico da spingere l’arcivescovo di Bologna Michele Viale Prelà (107) a compilare una serie di osservazioni che replicavano puntualmente alle affermazioni sulla condotta del clero (108).

Intanto la pubblicazione delle condizioni degli accordi preliminari dell’armistizio di Villafranca, firmato l’11 luglio dai sovrani di Francia, Sardegna e Austria, e il ritiro del commissario sardo sembrarono gettare nello sconforto l’opinione pubblica italiana (109) e francese (110). La necessità spinse il Pepoli a Torino, dove, dopo un animato colloquio col cugino Napoleone, ottenne dall’imperatore l’impegno a non intervenire a favore di una restaurazione del governo pontificio nelle Legazioni a patto che si mantenessero l’ordine pubblico e la tranquillità (111-112).

Documenti
96
. Ritratto di Gioacchino Rasponi (BCA, collezione dei ritratti, A/48, cart. 53, n. 1)
97. Gioacchino Rasponi a Gioacchino Napoleone Pepoli, Ravenna, 10 giu. 1859 (G. N. Pepoli, Carteggio, Uomini politici, 189. Rasponi Gioacchino)
98. Ritratto di Napoleone III (BCA, collezione dei ritratti, A/42, cart. 14, n. 10)
99. Proclama dell’imperatore Napoleone III per il suo ingresso a Milano, 8 giu. 1859 (stampe governative)
100. Notificazione del comandante le truppe di occupazione austriache Habermann, 9 giu. 1859 (stampe governative)
101. Notificazione della Giunta provvisoria di governo ai cittadini, 12 giu. 1859 (stampe governative)
102. Ritratto di Massimo D’Azeglio (BCA, collezione dei ritratti, A/18, cart. 48, n. 4)
103. Minuta di lettera al commissario straordinario di sua maestà sarda nelle Romagne Massimo D’Azeglio intorno al suo prossimo arrivo a Bologna, s.l., 6 lug. 1859 (G. N. Pepoli, Sezione, poi ministero, degli affari esteri del governo provvisorio delle Romagne, 2. “Miscellanea”)
104. Proclama di Massimo D’Azeglio ai popoli delle Romagne, 11 lug. 1859 (stampe governative)
105. Proclama di Massimo D’Azeglio nel quale ripartisce le sezioni di governo, 15 lug. 1859 (stampe governative)
106. G. N. Pepoli, Note circulaire adressée par le gouvernement des Romagnes a sés agents à l’étranger, Bologne, Imprimerie du gouvernement, 1859
107. Ritratto di Michele Viale Prelà (BCA, raccolta dei ritratti, B/V, n. 22)
108. Michele Viale Prelà a Gioacchino Napoleone Pepoli, Bologna, 10 dic. 1859; in allegato “Osservazioni di fatto su la Nota circolare del Governo delle Romagne per ciò che concerne il Clero”, s.l., s.d., e “Memorie che rettificano i fatti della nota di cui”, s.l., s.d. (G. N. Pepoli, Carte politiche, Governo provvisorio delle Romagne, 2. Esteri)
109. Giovanni Antonio Migliorati a Gioacchino Napoleone Pepoli, s.l., s.d. (G. N. Pepoli, Carteggio, Diplomatici italiani, 12. Migliorati Giovanni Antonio)
110. Albine Hortense Lacroix Cornu a Gioacchino Napoleone Pepoli, s.l., 15 lug. 1859 (G. N. Pepoli, Carteggio, Donne illustri, 1. Cornu Hortense)
111. Minuta di dispaccio telegrafico di Gioacchino Napoleone Pepoli al governo provvisorio di Bologna dettato a Torino da Napoleone III, s.l., s.d. (G. N. Pepoli, Carte politiche, Governo provvisorio delle Romagne, 2. Esteri)
112. Registro copialettere con minuta di lettera di Gioacchino Napoleone Pepoli a Napoleone III, lug. 1859 (G. N. Pepoli, Carteggio, Minute di lettere e manoscritti di discorsi, 4. Minute di lettere all’imperatore Napoleone III)

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