5. La battaglia della Montagnola
Al fine di meglio disporre le difese della città in vista degli assalti dell’esercito austriaco (47) e di trovare un accordo fra la legalità e le necessità del movimento insurrezionale, il prolegato Cesare Bianchetti (48) decretò l’istituzione di un Comitato di salute pubblica, del quale il marchese Gioacchino fu chiamato a far parte già dal 6 agosto 1848 (49). Membri del Comitato, oltre al Pepoli, furono Silvestro Gherardi, Giovan Battista Ercolani, Oreste Biancoli, Matteo Pedrini, Lodovico Berti, Federico Rusconi ed Ermolao Conti.
Durante i moti rivoluzionari del 1848 Pepoli si distinse l’8 agosto tra i combattenti della battaglia della Montagnola; a molti anni di distanza sottoscrittori giurati affermarono «sul loro onore di avere veduto il marchese Gioacchino Pepoli tra i combattenti» (51). Il pittore Antonio Muzzi, chiamato proprio dal marchese Gioacchino a realizzare una tela commemorativa dell’evento, lo immortalò nel dipinto La cacciata degli austriaci da Porta Galliera l’8 agosto 1848 (52), dal Pepoli devoluto più tardi in beneficenza al Comitato di patronato pei superstiti dell’8 agosto in Bologna (53), e da quest’ultimo a sua volta donato, all’atto del suo scioglimento nel 1895, al Comune di Bologna. È oggi esposto al Museo del Risorgimento di Bologna.
Scacciati gli austriaci dalla città (57), l’11 agosto Pepoli assunse infine il ruolo di colonnello facente funzioni di comandante in capo della Guardia civica (58) in un momento di profonda crisi per la città e le Romagne, caratterizzato dalla diffusa anarchia e dall’ondata di criminalità generate dal vuoto di potere che la debolezza del governo centrale e l’impotenza del legato provinciale tendevano ad alimentare.
È egli stesso a descrivere efficacemente l’ambiente bolognese di quel tempo in un suo ordine del giorno del 22 agosto: «Resterete inerti, e neghittosi dinanzi allo scandalo iniquo di misfatti inauditi? Soffrirete voi che il giorno più glorioso e più bello dell’istoria bolognese sia segnato come fonte di guai, come sorgente d’obbrobrio? Quello che non poterono migliaia di stranieri, lo potrà dunque impunemente una mano di scellerati?».
Documenti
47. Richiamo all’ordine del prolegato Cesare Bianchetti in vista dell’ingresso degli austriaci di Welden, 6 ago. 1848 (stampe governative)
48. E. Sassoli, Biografia del conte Cesare Bianchetti, Bologna, Tipi Sassi nelle Spaderie, 1849
49. Cesare Bianchetti a Gioacchino Napoleone Pepoli, Bologna, 6 ago. 1848 (G. N. Pepoli, Carte politiche, 1848, 3. Guardia civica)
50. Proclama del prolegato Cesare Bianchetti sul suo tentativo di darsi come ostaggio agli austriaci, 8 ago. 1848 (stampe governative)
51. Sottoscrizioni giurate dei reduci della battaglia che attestano la presenza del Pepoli alla Montagnola l’8 agosto 1848, s.l., s.d. (G. N. Pepoli, Carte politiche, 1848, 1. Documenti sull’8 agosto, 2. Comitato di sussidio ai superstiti dell’8 agosto)
52. A. Muzzi, La cacciata degli austriaci da Porta Galliera l’8 agosto 1848, olio su tela, 1849 ca. (Museo civico del Risorgimento di Bologna)
53. Comitato di patronato pei superstiti dell’8 agosto 1848 in Bologna, Bologna, Società tipografica Azzoguidi, 1884 (Collezione privata Rosati Pepoli)
54. A. Vesi, Narrazione storica del fatto d’armi avvenuto in Bologna nel di 8 agosto 1848, Bologna, Tipi delle Muse, [1848]
55. E. Farnè, Il giorno otto agosto 1848 in Bologna. Narrazione storica, [Bologna], Società Tipografica Bolognese, [1848]
56. V. Peri, Cronaca dell’8 agosto 1848 in Bologna con documenti officiali, Bologna, Regia tipografia, 1866
57. Notificazione del Comitato di salute pubblica sul ritiro degli austriaci da Bologna, 9 ago. 1848 (stampe governative)
58. Nomina di Gioacchino Napoleone Pepoli a comandante in capo della Guardia civica di Bologna, 11 ago. 1848 (stampe governative)
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