2. Carlo Pepoli e la rivoluzione del 1831

Il conte Carlo Pepoli (16) nacque il 22 luglio 1796 da una delle più antiche e nobili famiglie bolognesi. Si distinse, fin dall’età giovanile, come poeta, letterato e uomo politico. Perfezionò i suoi studi anche nel campo filosofico e filologico orientandoli nel senso di un impegno ideologico, costantemente inscritto nell’orizzonte del Risorgimento italiano. Fu presidente dell’Accademia dei Felsinei, dove incontrò Giacomo Leopardi con cui stabilì un profondo rapporto d’amicizia, suggellato dalla leopardiana epistola in versi indirizzata al conte bolognese e letta presso la stessa Accademia il giorno 27 marzo 1826.

Nel poemetto L’Eremo. Versi di Carlo Pepoli in morte di Livia Strocchi – apparso nel 1828 (17), il cui primo abbozzo fu inviato alla contessa Teresa Carniani Malvezzi (18-19) – l’autore concluderà il testo con un preciso riferimento leopardiano (attinto dalla suddetta epistola in versi) alla vita come ozio, puntualmente segnalato in nota: «Tra le mestissime poesie di G. Leopardi vi è una Epistola a Carlo Pepoli, ove si canta, come tornando oziose e vane tutte le cure poste dall’uomo a rinvenire la felicità, si può chiamare un vero ozio l’intera vita». I rapporti con Leopardi furono ricostruiti dal Pepoli, a distanza di anni, nel primo volumetto delle Ricordanze biografiche, 1881, corredato del carteggio leopardiano.

Coinvolto nei moti bolognesi del 1831-32, in opposizione allo Stato Pontificio – il suo nome appare nel Libro dei compromessi politici (21) entro una lista che si aggira intorno a 1.800 persone e che indica anche le qualifiche professionali dei soggetti coinvolti (e ciò configura un coinvolgimento rivoluzionario di tutte le classi cittadine, in quanto espressione di una cultura anticlericale, aristocratica e borghese) – Carlo Pepoli, «possidente», fu schedato come uno «dei principali compromessi nell’accaduta rivoluzione […] in favore del liberalismo».
Dopo essere stato nominato dai «ribelli» prefetto di Pesaro, il conte «s’imbarcò (come puntualizza la medesima e preziosissima fonte) per Malta, ma venne arrestato a mare e tradotto a Venezia in unione del generale Zucchi che faceva passare per suo domestico, ed ai loro 95 faziosi; fu di quelli che firmarono l’atto di detronizzazione, per cui non gli si permette il ritorno nello Stato».

Nei lunghi anni dell’esilio, Carlo Pepoli si rifugiò prima a Ginevra, poi a Parigi, dove strinse amicizia con Vincenzo Bellini, per il quale scrisse il libretto dei Puritani (anche il resoconto dell’amicizia con Bellini, unitamente alle vicende editoriali del libretto, pesantemente intaccato dalla censura politica, confluirono nella seconda serie delle Ricordanze biografiche, anch’esse datate 1881 e corredate delle lettere del musicista catanese, di seguito al sopra citato carteggio leopardiano), e infine a Londra.
A Ginevra, egli raccolse in due volumi i suoi scritti – Prose e Versi, Ginevra 1833; il primo volume (22) reca sull’antiporta del frontespizio, in margine a un’immagine in cui svettano le due torri bolognesi, una pregnante autocitazione: «Io sono Bolognese, e n’ho vanto, in quanto che solamente sono Italiano; nome per glorie e sventure assai venerando!»), – ripubblicati nel 1837 a Londra, dove due anni dopo Carlo Pepoli fu nominato professore di lingua e letteratura italiana nel Collegio dell’Università londinese, incarico tenuto fino al 1847.
Nella lezione inaugurale (in inglese) On the language and literature of Italy, Carlo Pepoli menzionava, in chiusura della sua prolusione, il contributo degli esuli alla nuova letteratura italiana: nel corposo elenco figuravano tra gli altri i nomi di Rossi (Pellegrino), Mamiani, Orioli, Gioberti, Rossetti, Mazzini, Berchet e Tommaseo.
A Londra egli aveva inoltre pubblicato, in edizione bilingue, una raccolta di testi musicali e cantabili – Grand evening poetical and musical entertaiment, given at the great concert room, King’s theatre, London 1837; si tratta dell’unico esemplare esistente in Italia – (24), attinti da libretti d’opere, tra cui sono inclusi alcuni frammenti rossiniani e brani dei Puritani, che s’inquadrano nel contesto di due suoi precedenti studi (il discorso accademico Del Dramma musicale e la Lettera sopra alcuni canti popolari) poi accorpati nel volume londinese delle Prose.

Nel 1859, al rientro in Bologna, Carlo Pepoli fu nominato deputato dell’Assemblea costituente delle Romagne, quindi del Parlamento nazionale, poi del Senato del Regno, prima di assumere la carica di sindaco di Bologna, dove morì il 6 dicembre 1881.
Un particolare rilievo assunse il suo impegno presso il Ministero della pubblica istruzione, in relazione all’ordinamento dell’Università di Bologna, che gli affidò l’insegnamento di filosofia e filologia.
Nel Discorso premiale letto da Carlo Pepoli nella R. Università di Bologna, datato 1866, Pepoli manifestò una notevole apertura nei confronti della dialettologia, che trae dai dialetti una «buona serie di elementi per la Filologia comparata, la quale medita sulla origine e le diramazioni e le trasformazioni del primo linguaggio […]», come egli stesso sperimentò nella traduzione dialettale del Vangelo secondo Matteo, apparsa a Londra nel 1862 (25).

Documenti

16. Ritratto di Carlo Pepoli (BCA, collezione dei ritratti, A/45, cart. 69, n. 2)
17L’eremo. Versi di Carlo Pepoli in morte di Livia Strocchi, 3 ed., Tipografia Cenerelli all’Áncora, 1868
18. Carlo Pepoli a Teresa Carniani Malvezzi, s.l., 30 giu. 1831 (Malvezzi De’ Medici, b. 114, Corrispondenza Carlo Pepoli)
19. Ritratto di Teresa Carniani Malvezzi (Aldobrandino Malvezzi De’ Medici, Carteggio, b. 30)
20. Diploma dell’Accademia de’ Felsinei alla contessa Teresa Malvezzi nata Carniani (Malvezzi De’ Medici, b. 115/3 bis)
21Libro dei compromessi politici nella rivoluzione del 1831-32, a cura di Albano Sorbelli, Roma, Vittoriano 1935
22Prose e versi di Carlo Pepoli, I (Prose), Ginevra, Vignier, 1833
23Prose e versi di Carlo Pepoli, II (Versi), Ginevra, Vignier, 1833
24. C. Pepoli, Grand evening poetical and musical entertaiment, given at the great concert room, King’s theatre, on Wednesday, july 12, 1837, London, C. Armand, [1837]
25Il vangelo di S. Matteo volgarizzato in dialetto bolognese dal conte Carlo Pepoli, Londra 1862
26. A. Zanolini, La rivoluzione dell’anno 1831 in Bologna, Bologna, Stabilimento tipografico successori Monti, 1878
27Compendio storico de’ principali avvenimenti seguiti in Bologna durante la rivolta e l’anarchia dell’anno 1831, ms.

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