"Aveva giurisdizione sulle quattro legazioni. La documentazione riguarda soprattutto registrazioni di diritti e
tasse per atti giudiziari. Comprende anche carte dei successivi uffici italiani" (da Guida generale degli
Archivi di Stato italiani, vol. I, Roma 1981, p. 609).
L'esistenza degli uffici del registro, o di uffici analoghi diversamente denominati, risale a tempi antichissimi.
All'atto della organizzazione dello Stato unitario, essi furono previsti con sede in tutti i capoluoghi di provincia
ed anche in molti comuni, pur se di modesta rilevanza. Furono infatti ritenuti il più importante organo, a
livello provinciale, per l'amministrazione delle tasse e delle imposte indirette sugli affari, con competenza in
molti campi dell'imposizione indiretta e dell'amministrazione del patrimonio dello Stato. Fino alla più
recente ristrutturazione dell'apparato del Ministero delle Finanze, l'ufficio del registro dipendeva, in sede
centrale, dalla Direzione generale delle tasse e imposte indirette sugli affari e, in sede periferica, dalle
Intendenze di finanza. Secondo i tributi amministrativi e le funzioni svolte, gli uffici del registro si suddividono
in:
- uffici a ramo unico, che amministrano un singolo tributo, oppure alcuni di questi, o un singolo ramo di
attività;
- uffici a rami riuniti, che amministrano tutti i tributi e svolgono tutte le attività proprie degli uffici del registro;
- uffici misti, che, oltre a svolgere i compiti di istituto, si occupano anche delle competenze delle
Conservatorie dei registri immobiliari.
L'ufficio del registro il cui archivio è qui descritto, era competente, a Bologna, per gli atti giudiziari e per il
demanio: provvedeva infatti all'accertamento, alla liquidazione e alla riscossione delle tasse giudiziali,
nonchè all'amministrazione dei beni demaniali compresi nella propria circoscrizione territoriale, curando
anche la riscossione delle relative entrate.