"Gli Economati generali dei benefici vacanti furono istituiti nel 1860, estendendo al Regno d'Italia gli ordinamenti piemontesi che prevedevano l'intervento dello Stato nell'attribuzione dei benefici ecclesiastici, l'autorizzazione all'esecuzione di provvedimenti provenienti da soggetti esteri concessa con decreto di 'placet' o 'exequatur', il diritto di disporre dei frutti dei benefici vacanti.
Costituiti a somiglianza dell'Economato di Torino, gli Economati generali dei benefici vacanti avevano il compito di amministrare i benefici ecclesiastici nel periodo di vacanza del rettore e di vigilare sull'amministrazione dei benefici stessi, delle chiese, delle pie istituzioni annesse, nonché dei culti acattolici e israelitico. Gli Economi generali dipendevano dal Ministero di Grazia e Giustizia ed erano a loro volta assistiti da Subeconomi, il cui ufficio aveva sede in ciascuna diocesi o presso la residenza del subeconomo.
All'Economato generale di Bologna, uno dei sette in cui era ripartito il territorio del Regno, erano sottoposte le diocesi delle Romagne, Marche ed Umbria, divise fra trentasei subeconomati.
L'amministrazione dei benefici vacanti comprendeva il rilascio dei beni ai nuovi investiti, previo regio placito; l'impiego dei frutti, detratte le spese d'amministrazione e la concessione di un equo assegno ai nuovi investiti, in spese di culto e carità, restauri di chiese povere, sussidi a sacerdoti bisognosi; la spedizione delle pratiche relative ad atti soggetti ad autorizzazione da parte del Ministro di Grazia e Giustizia o del procuratore generale del re presso la Corte d'appello, cioè acquisti, accettazione di donazione fra vivi e disposizioni testamentarie; alienazioni, permute, enfiteusi, costituzione o rinunzia a servitù, taglio d'alberi ad alto fusto, costituzioni e cancellazioni di ipoteche, impiego di capitali e così via.
Nel 1929, in seguito al Concordato fra al Santa Sede e l'Italia ed alla rinuncia al patronato regio sui benefici maggiori e minori in esso contenuta, gli Economati generali vennero soppressi e le residue funzioni di amministrazione e vigilanza sui benefici furono attribuite ad Uffici per gli affari del culto da costituirsi presso ogni Procura generale; gli Economati rimanevano provvisoriamente in attività nell'attesa dell'effettiva costituzione dei nuovi uffici.
Tra il 1932 ed il 1933 funzioni e fondi relativi al culto vennero devoluti dal Ministero di Grazia e Giustizia al Ministero dell'Interno e gli uffici per gli affari di culto sostituiti dalle Prefetture" (da T. Di Zio, Introduzione all'Inventario).

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"Il fondo conservato presso l'Archivio di Stato di Bologna è costituito dall'archivio dell'Economato generale relativo ai Subeconomati di Bologna, di Imola e parte di quello di Cento, cui si aggiungono poche buste di contabilità dei Subeconomati di Rimini, Macerata e del Pavullo; dall'archivio del Subeconomato di Bologna; dai fascicoli relativi al Culto della Procura Generale presso la Corte d'appello di Bologna; da carte della Prefettura-Divisione Culto. Le carte dell'Economato generale relative agli altri Subeconomati e quelle proprie degli altri Subeconomati possono essere attualmente conservate nei rispettivi Archivi di Stato competenti (es. i Subeconomati di Ravenna, Faenza e Lugo si trovano presso l'Archivio di Stato di Ravenna). Prima del riordinamento il fondo si presentava già parzialmente distinto in serie, cui seguivano ventisei cassette di legno contenenti fascicoli appartenenti alle varie serie dell'amministrazione dei benefici vacanti e documentazione proveniente da altri uffici prefettizi, per lo più di natura contabile (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, Contabilità speciale), ma anche dall'Archivio generale di Prefettura; tale documentazione non era segnalata nel verbale di versamento della Prefettura di Bologna all'Archivio di Stato, che faceva menzione solo di carte frammiste della Procura generale presso la Corte d'appello e della Direzione generale Culti del Ministero dell'Interno. Nella ragionevole convinzione che si trattasse di commistioni determinate dal trasporto, i fascicoli dell'Economato generale e della Procura generale sono stati identificati, ricondizionati ed attribuiti alle rispettive serie, mentre gli altri sono stati riuniti nell'archivio della Prefettura" (da T. Di Zio, Introduzione all'Inventario).

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