"La nobile famiglia Buratti, che originariamente si chiamava Sirighetti, o Dalle Sirighelle ed anche del
Buratto, fu resa celebre dal famoso giureconsulto Matteo di Giovanni Buratti (1553-1630) e si estinse con la
morte del conte Giovanni Paolo di Giovanni seniore e di Anna Eleonora figlia del senatore Giovanni Lupari. I
due coniugi si trasferirono da Bologna il 22 settembre 1684, l'uno per Milano, l'altra per Parma, dove
divennero carmelitani scalzi: il primo assunse il nome di P. Antonio Giuseppe e morì il 14 dicembre 1714,
mentre Eleonora, morta il 28 settembre 1718, quello si suor Teresa di Gesù. Tra i personaggi di rilievo della
famiglia Buratti, si è nominato Matteo Buratti, nato il 4 giugno 1553. Laureatosi in legge, fu ammesso nel
Collegio dei Giudici del diritto civile e canonico. A Bologna esercitò l'avvocatura con molto credito e fu
spesso consultato nei più difficili casi dai Legati e Vicelegati della città; in seguito fu chiamato dal Pontefice
Paolo V a Roma, dove si trasferì il 9 marzo del 1606, e fu investito della carica di luogotenente criminale e
civile dell'Auditore della Camera Apostolica, divenendo poi Auditore della Rota Romana. Morì all'età di 77
anni e fu sepolto nella Cappella di Santa Cecilia in cui compare un'iscrizione alla sua memoria"
(dall'introduzione all'Inventario a cura di G. Marcon, p. 3).

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"Accanto alla documentazione qui inventariata, si segnala un significativo nucleo archivistico (anch'esso esistente presso l' Archivio di Stato) identificato come 'Eredità Buratti' e accorpato nel fondo del Conservatorio di S. Giuseppe (12 u.a., 1527-1794). Si tratta di documenti relativi all'eredità di P. Antonio Giuseppe carmelitano scalzo, il quale, nel suo testamento del 17 ottobre 1685 ('Istrumenti', Lib. II, fasc. 28), stabilì, tra altre disposizioni, che fosse assegnata una dote annuale a tre giovani nubili aggregate al Conservatorio di S. Giuseppe. In seguito l'eredità Buratti passò, per tramite di Camilla di Matteo Buratti, al senatore conte Alessio Orsi, com' è attestato da un atto notarile redatto il 12 novembre 1714, in cui il senatore "confessa...di aver ricevuto dagli eredi fiduciari dell'eredità del fu P. Antonio Gioseffo di Gesù e di Maria, al secolo Conte Giovanni Paolo Buratti tutte le scritture e processi a detta eredità spettanti che sono descritte nell'annesso inventario' ('Istrumenti', Lib. III, fasc. 52)" (dall'introduzione all' Inventario a cura di G. Marcon, p. 3).

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