"La famiglia dei Rigosa o Rigosi, anticamente detta degli Orlandi da Rigosa dal luogo della sua origine, non ebbe alcun legame né di eredità né di semplice parentela cogli Albergati, né d'altra parte si trovano tra le carte dei due archivi indizi o accenni di sorta atti a spiegare l'affluire del patrimonio documentario degli uni in quello degli altri. Il testamento dell'ultimo della famiglia, Ercole Rigosa (morto 1722), senza fare il minimo cenno agli Albergati, lascia l'intero patrimonio, compreso l'obbligo di prendere il nome di Rigosa, all'avv. Pandini e, quando questo fosse morto (come effettivamente avvenne nel 1742), al dottor Francesco Oretti e ai suoi legittimi eredi, i quali presero poi in effetti il nome di Oretti-Rigosa. Unico documento che si riferisca esplicitamente alla cosa rimane dunque ancora un brano del preventivo del Manolessi, nel quale si dice: "Per ultimo essendosi fatto acquisto dalla B.M. del marchese Luigi di sei libri di scritture e due mazzi di processi ed altri riguardanti lo stato Rigosa, questi pure sarebbe necessario disporre in ordine di tempo e farci li suoi sommari e repertori a parte, per non confondere nuovamente l'archivio fatto...". Tratterebbesi dunque di un acquisto, e di un acquisto avvenuto evidentemente in un anno non ben determinabile, ma posto comunque tra il 1722, anno di morte dell'ultimo Rigosa, e il 1750, anno di morte del nominato marchese Luigi. La parola ci sembra che vada qui presa nel suo significato corrente, poiché ogni altra forma di entrata in possesso avrebbe senza dubbio lasciato vestigia documentarie, mentre una compera fatta in forma strettamente privata (di un dono non ci sembra il caso di parlare) può meglio giustificarne l'assenza. Quali le ragioni di un tale acquisto? assai facili da individuare. Per quanto di origine né altrettanto nobile né altrettanto antica come quella delle famiglie già nominate, i Rigosa figurarono infatti, fin dagli albori del sec. XV, tra i più cospicui proprietari del contado omonimo, vale a dire di quella stessa zona di Rigosa in cui gli Albergati dovevano costituirsi col tempo una grandissima somma di possedimenti e di interessi, e ciò più o meno nella misura medesima in cui gli altri li andarono perdendo a causa di una poco oculata amministrazione: si può quindi capire il vantaggio che doveva rappresentare per i nuovi padroni il venire in possesso delle carte riguardanti la più antica storia di quella circoscrizione" (da F. Valenti, L'archivio Albergati nell'Archivio di Stato di Bologna, in "Notizie degli Archivi di Stato", IX (1949), pp. 67-73, alle pp. 69-70).