Vi si trovano alcune lettere di uomini illustri (Alfieri, Monti, Voltaire, Goldoni) quasi sempre in copia, a cui si devono aggiungere "alcuni nomi di uomini meno illustri ma che ebbero però coll'Albergati una corrispondenza assidua e voluminosa, veramente ricca dei riflessi della mentalità e degli
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Vi si trovano alcune lettere di uomini illustri (Alfieri, Monti, Voltaire, Goldoni) quasi sempre in copia, a cui si devono aggiungere "alcuni nomi di uomini meno illustri ma che ebbero però coll'Albergati una corrispondenza assidua e voluminosa, veramente ricca dei riflessi della mentalità e degli avvenimenti dell'epoca, e non priva di spunti peculiari per buona parte inediti. Alludiamo ad una dozzina circa di carteggi, costituiti alcuni da più centinaia di lettere, tra i quali menzioniamo: quello di Benedetto XIV (Prospero Lambertini); quelli di G. Gherardo de Rossi, il poeta e commediografo poi ministro delle finanze della Repubblica Romana, assai vasto; quello amplissimo di G.A. Taruffi, il colto e mondano abate, dotato di acuto e penetrante spirito di osservazione, che durante un ventennio scrisse assiduamente all'Albergati dai vari centri culturali d'Europa; quello dell'abate de la Barthe, con lui in costante corrispondenza dall'estero per tutto il periodo dal 1780 al 1800, diviso in 4 mazzi; quello (il più esteso di tutti) di G. Ghigiotti, segretario di Gabinetto del re di Polonia, dal quale ultimo l'Albergati era stato insignito dei titoli di Generale Aiutante di Campo e di Ciambellano; quello infine di Vincenzo degli Antoni, del cardinale Antici, di G. Paradisi e di F. Zacchiroli. Quanto alla sorte degli originali più illustri, si può pensare che essi siano stati distribuiti a raccoglitori di lettere autografe (p.e. a C.E. Muzzarelli intorno al 1830) o comunque venduti o regalati dall'ultimo marchese" (da F. Valenti, L'archivio Albergati nell'Archivio di Stato di Bologna, in "Notizie degli Archivi di Stato", IX (1949), pp. 67-73, a p. 72).