"Con il ripristino delle formule di autonomia comunale nel marzo 1376 riprese l'uso di raccogliere in registri pergamenacei le deliberazioni di carattere legislativo. Tali deliberazioni erano costituite dai provvedimenti adottati sia dal consiglio generale sia da altri organi, in particolare i collegi degli anziani consoli, dei gonfalonieri del popolo e dei massari delle arti. Il consiglio generale, composto prima da 500, poi da 400 e infine da 600 membri, fu il depositario del potere legislativo ed i suoi provvedimenti vennero adottati con la forma della riformagione. I collegi degli anziani consoli, dei gonfalonieri del popolo e dei massari delle arti detennero il potere esecutivo e le loro deliberazioni assunsero l'aspetto della provvigione. Tutti i provvedimenti sopra indicati sono scritti ad opera di notai degli anziani consoli addetti all'ufficio delle provvigioni e riformagioni, generalmente in registri semestrali, comprendenti sia le riformagioni del consiglio generale sia le provvigioni delle altre magistrature. I singoli registri sono ora raccolti in volumi che recano il titolo di provvigioni, termine divenuto di uso generale per tutte le deliberazioni degli organi collegiali del comune" (G. Tamba, I documenti del governo del Comune bolognese (1116-1512). Lineamenti della struttura istituzionale della città durante il Medioevo, "Quaderni Culturali Bolognesi", II, 6 (1978), p. 53). I pezzi sono numerati da 299 a 304.

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