Il riordinamento di questa serie di straordinario interesse (che raccoglie i resti dell'imponente collezione di manoscritti iniziata da Vincenzo Ferdinado Ranuzzi Cospi e finita in gran parte a Londra e in America) si è basato sul ritrovamento dell'atto, un elenco, che nel 1822 la costituisce appunto come serie, e sulla segnatura progressiva apposta sui volumi in quell'occasione e tuttora evidente. È sembrato infatti giusto, oltre che utile, evidenziare il momento in cui questi manoscritti furono sottratti alla "libreria", destinata alla dispersione e alla vendita, per essere intenzionalmente uniti all' "archivio" familiare; operazione che li preservò, nonostante qualche cambiamento avvenuto in seguito, nell'ordine in cui furono collocati allora e soprattutto ci rende la serie integra e disponibile per la consultazione.
Singolarmente o a gruppi, la maggior parte dei registri qui elencati furono raccolti da Vincenzo Ferdinando Ranuzzi (1658-1726, erede del marche Ferdinando Cospi, ottavo conte della Porretta e senatore), che iniziò e proseguì la sua collezione di manoscritti tra la fine del XVII e i primi decenni del XVIII secolo, mentre procedeva anche a creare la struttura dell'archivio di famiglia. Furono poi i suoi eredi e successori ad arricchire la raccolta.
Durante tutto il Settecento e fino al 1820 circa i registri ora esistenti in questa serie non risultavano conservati secondo l'ordine attuale; erano bensì dispersi all'interno della libreria o solo raggruppati per argomento. Un inventario dei libri di Girolamo Ranuzzi, databile agli anni Ottanta del Settecento, descrive, insieme a molti altri, quasi tutti i manoscritti della serie, ma collocati in luoghi diversi della libreria.
Un elenco, datato 30 dicembre 1822 (attualmente conservato nella serie "Scritture diverse spettanti alla nobil casa Ranuzzi", b. CXXXII, n. 4), segnala, almeno in parte quanto avvenuto quell'anno, verosimilmente all'interno di una divisione di beni fra i fratelli Camillo e Vincenzo, che vide fra l'altro la vendita del palazzo di famiglia. I manoscritti che, all'interno della collezione, spiccavano come documenti di biografia politica e umana di vari Ranuzzi e ne illustravano gesta e virtù, furono tolti dalla libreria e "uniti all'archivio famigliare l'anno 1822". Si trattò dunque di una operazione consapevole, oltre che fortunata e di lunga durata, perché protesse le carte più interessanti dei Ranuzzi in quanto protagonisti della storia bolognese, e non solo, in età moderna.
La serie ha subito nel tempo alcune variazioni rispetto al suo ordinamento originale, ma di lieve entità. (Dalla premessa all'inventario)