2. La causa sui confini della contea e la celebrazione del potere attraverso le immagini

L’archivio della famiglia Ranuzzi, depositato presso l’Archivio di Stato nel 1948, conserva un ricchissimo materiale cartografico relativo a Porretta, feudo della famiglia dalla seconda metà del Quattrocento. Questa abbondanza di mappe, tracciate generalmente da periti incaricati sia dalla famiglia che da autorità bolognesi, è dovuta soprattutto alla causa che per secoli coinvolse i Ranuzzi e il Senato cittadino. La causa riguardava i confini della contea, come si percepisce dalle grandi circonferenze che campeggiano sui disegni del feudo. Infatti nella bolla di istituzione della contea rilasciata da papa Niccolò V nel 1447 si parlava di confini alla distanza di un miglio circumcirca da Porretta, senza specificare se si trattava del raggio o della circonferenza, quale fosse il centro da cui partire (se dalla piazza principale o dalle sorgenti) e se il calcolo dovesse essere eseguito in linea d’aria o sul terreno. Il dibattito sulla questione, documentato da molti volumi e fascicoli all’interno delle buste dell’archivio Ranuzzi, inizia nella seconda metà del Cinquecento e termina nel 1724 con la sostanziale vittoria del conte Vincenzo Ferdinando Ranuzzi Cospi e la decisione di identificare i confini sulla base della misurazione del raggio.

Tra i tanti documenti sulla causa, si presenta qui una scelta delle numerose raccolte di memorie riguardanti le successive tappe processuali attraverso i secoli: elenchi di atti notarili, privilegi papali, decreti del Senato, relazioni di periti, spesso corredate da piante e disegni. Perciò anche la documentazione dell’archivio relativo alla causa contribuisce nel tempo a formare l’immagine del territorio porrettano. La controversia tra la famiglia e il Senato implicava anche l’interesse del potere cittadino a collegare Bologna con i confini dello stato toscano, attraverso il prolungamento della “strada di Saragozza”. È infatti nell’archivio dell’Assunteria di Confini che fu conservata la grande topografia consegnata nel 1720 dal perito Casoli e che è oggi uno dei documenti più affascinanti del territorio nei primi decenni del Settecento. La mappa, dipinta su carta incollata su un fondo di stoffa, è corredata da una legenda relativa a luoghi, fonti, chiese, case e famiglie, e ornata dalle raffigurazioni allegoriche di Bologna e del fiume Reno.

Sono inoltre esposte altre mappe, molte delle quali eseguite per conto della famiglia e da periti come Vincenzo Sassi e Francesco Maria Angiolini in varie epoche. In tutte le mappe della contea commissionate dai Ranuzzi si nota la tendenza a evidenziare i confini circolari del feudo e la bellezza del luogo, come nel disegno in alzato di Porretta, datato 1718, firmato da Luigi Maria Casoli e tracciato a inchiostro in stile quasi preromantico sul paesaggio della montagna appenninica.