La figura dell'ispettore del lavoro fu introdotta nella legislazione italiana nel 1906, dopo alcuni limitati e disorganici tentativi messi in atto fin dalla seconda metà dell'Ottocento (L. 4828/1979 e L. 184/1893). La legge 19 luglio 1906, n. 380 istituì il Corpo degli ispettori del lavoro, poi organizzato anche a livello periferico con un ufficio per ogni provincia afferente al Ministero dell'agricoltura, industria e commercio (legge 22 dicembre 1912, n. 1361). In seguito, le competenze in materia di lavoro, previdenza sociale e industria furono variamente ripartite e assegnate a uffici diversi in capo a diversi ministeri, poi confluiti nel Ministero dell'economia nazionale (r.d. 5 luglio 1923, n. 1439) e, infine, nel Ministero delle corporazioni (r.d. 2 luglio 1926, n. 1131).

Con il r.d. 14 novembre 1929, n. 2183 fu istituito l'Ispettorato corporativo del lavoro: contestualmente alla soppressione di due organi precedenti (Ispettorato del lavoro e Ispettorato tecnico dell'industria), il decreto attribuì al nuovo ufficio le competenze di entrambi, oltre a funzioni di tutela e vigilanza sugli enti dipendenti dal Ministero delle corporazioni (art. 2). 

Il r.d. legge 28 dicembre 1931, n. 1684 disciplinò le competenze e l'ordinamento dell'Ispettorato corporativo, al quale spettava in particolare il compito di raccogliere informazioni sulle attività produttive, di vigilare sull'applicazione dei contratti collettivi e sul funzionamento delle attività previdenziali, assistenziali e igienico-sanitarie. L'Ispettorato era costituito da un nucleo di ispettori corporativi centrali, da un Ispettorato medico con sede a Roma e da diversi uffici regionali periferici dislocati sul territorio nazionale e denominati Circoli. Il Circolo di Bologna, che aveva sede in via Cesare Battisti n. 25, esercitava le proprie funzioni sulle province di Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia. 

In seguito, l'ufficio conobbe vari mutamenti di denominazioni, in conseguenza di molteplici ridefinizioni e riorganizzazioni del ministero di riferimento. Con il r.d. 9 agosto 1943, n. 718 il Ministero delle corporazioni assunse la denominazione di Ministero dell'industria, del commercio e del lavoro, e gli Ispettorati corporativi assunsero quella di Ispettorati dell'Industria e del lavoro. Parallelamente, in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 e alla fondazione della Repubblica sociale italiana nell'Italia settentrionale, gli ispettorati aventi giurisdizione sui territori controllati dal nuovo governo Mussolini ripresero la denominazione di Ispettorati corporativi e furono posti alle dipendenze del ricostituito Ministero dell'economia corporativa; dal gennaio 1944 acquisirono anche le competenze delle Delegazioni interprovinciali per le fabbricazioni di guerra (DeleFaG), organi periferici del soppresso Ministero della produzione bellica.

Subito dopo la caduta della RSI e la fine del Secondo conflitto mondiale, nel giugno 1945 il Ministero dell'industria, del commercio e del lavoro venne soppresso e le sue competenze furono ripartite tra due nuovi dicasteri, ovvero il Ministero dell'industria e del commercio e il Ministero del lavoro e della previdenza sociale (d. lgt. 21 giugno 1945, n. 377): l'Ispettorato fu posto alle dipendenze del secondo, assunse il nome di Ispettorato del lavoro e perse le funzioni di competenza del Ministero dell'industria e del commercio, mantenendo solo quelle in materia di lavoro (tutela del lavoro, organizzazione sindacale, contratti, formazione professionale, collocamento), di prevenzione, di previdenza e di assistenza sociali (d. lgt. 10 agosto 1945, n. 474). 

In seguito, venne operato un riordinamento degli uffici periferici del Ministero del lavoro, in base al quale l'Ispettorato fu organizzato in 19 circoli regionali e 31 uffici interprovinciali o provinciali, oltre che nel già previsto ispettorato medico, con sede a Roma (d. lgs. 15 aprile 1948, n. 381). Successivamente, il d.p.r. 19 marzo 1955, n. 520 stabilì che l'Ispettorato del lavoro fosse costituito da ispettorati regionali con sede in ogni capoluogo di regione, da ispettorati provinciali con sede in ogni capoluogo di provincia che non fosse anche capoluogo di regione e dall'ispettorato medico con sede a Roma. Il d.p.r ribadiva anche le funzioni dell'Ispettorato del lavoro, al quale veniva riconosciuto il compito di vigilare sull'esecuzione della normativa sul lavoro in tutti i contesti in cui fosse prestato un lavoro stipendiato o salariato, di vigilare sul funzionamento delle attività previdenziali, assistenziali e igienico-sanitarie a favore dei lavoratori, nonché di raccogliere informazioni sulle condizioni e lo svolgimento delle attività produttive. 

 

L'ultimo passaggio legislativo si ebbe con il regolamento sancito dal d.m. 7 novembre 1996, n. 687, a partire dal quale gli uffici periferici del Ministero del lavoro e della previdenza sociale furono denominati Direzioni regionali e provinciali del lavoro.

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Al momento del versamento all'Archivio di Stato di Bologna, il fondo conteneva la documentazione prodotta dall'Ispettorato del lavoro, nelle varie denominazioni assunte dall'ufficio nel corso della sua attività, insieme a un nucleo di documentazione prodotto dalla 3a Delegazione interprovinciale per le fabbricazioni di guerra, pervenuto all'Ispettorato nel 1944 in seguito alla soppressione del Ministero della produzione bellica e al trasferimento delle sue funzioni al Ministero dell'economia corporativa.

In seguito al versamento, nel 1988 il fondo fu oggetto di un parziale intervento di riordinamento e di ricondizionamento in buste, realizzate dal laboratorio di restauro dell'Archivio di Stato di Bologna, che recavano l'ultima denominazione assunta dal soggetto produttore, ovvero "Ispettorato regionale del lavoro". Nella stessa occasione, fu redatto un elenco di consistenza sommario, che ha costituito fino al presente intervento il solo strumento di accesso alla documentazione. 

Nel 2013 il fondo è stato oggetto di un laboratorio didattico tenuto nell'ambito dell'insegnamento di Archivistica generale presso la scuola di Archivistica, paleografia e diplomatica dell'Archivio di Stato di Bologna. Tracce delle esercitazioni sono state rinvenute in particolare tra la documentazione relativa alle tre serie principali ("Invio operai in Germania", "Nuovi impianti" e "Osservatori industriali"), le quali, pur non essendo state riordinate dagli studenti, presentavano nondimeno un parziale ricondizionamento dei fascicoli originali, ove presenti. 

All'avvio dei lavori, il fondo si presentava organizzato in 64 buste e al suo interno erano individuabili le seguenti partizioni, relative a: - invio operai in Germania durante la Seconda guerra mondiale (b. originale 1); - nuovi impianti industriali (bb. originali 2-36); - pratiche prodotte dal Servizio degli osservatori industriali, facente parte della 3a DeleFaG (bb. originali 37-55); Inoltre, era presente una miscellanea che versava in notevole stato di disordine, costituita sia da documentazione cartacea, manoscritta e a stampa, sia  da materiale fotografico (bb. originali 56-64).

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Il fondo si compone della documentazione prodotta dal Circolo di Bologna dell'Ispettorato del lavoro nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali. Esso si articola nelle seguenti serie: - Invio operai in Germania - Nuovi impianti industriali - Previdenza sociale - Personale lavoratore - Igiene sul lavoro - Amministrazione La documentazione prodotta dalla 3a Delegazione interprovinciale per le fabbricazioni di guerra (DeleFaG) è andata a costituire il subfondo omonimo.

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All'avvio del presente intervento, il fondo era denominato "Ispettorato regionale del lavoro", una denominazione che rifletteva quella del soggetto produttore al momento del versamento della documentazione all'Archivio di Stato di Bologna. Però, in considerazione del fatto che la maggior parte della documentazione risale all'epoca fascista, quando l'ente era denominato "Ispettorato corporativo del lavoro", e del fatto che durante l'arco di tempo interessato dal complesso documentario l'ente ha assunto svariate denominazioni, si è deciso di riassumerle adottando per il fondo la denominazione "Ispettorato del lavoro", che è stata ritenuta maggiormente efficace al fine di identificare natura e funzioni del soggetto produttore. Durante la fase preliminare di studio e analisi della documentazione e degli strumenti di descrizione esistenti, è apparsa subito evidente la presenza di due soggetti produttori, l'Ispettorato del lavoro e la Delegazione interprovinciale per le fabbricazioni di guerra. Per questo si è deciso di costituire un subfondo DeleFaG e, al fine del riordinamento, si è reso necessario innanzitutto distinguere la documentazione prodotta dai due diversi soggetti. Se tale distinzione appariva evidente per quelle che, per consistenza e rilevanza, possono essere considerate le tre serie principali ("Invio operai in Germania" e "Nuovi impianti" da un lato, "Osservatori industriali" dall'altro), lo stesso non si può dire per la restante parte della documentazione, conservata in 9 bb. di miscellanea, per la quale è stato effettuato un puntuale lavoro di attribuzione e riconduzione al rispettivo soggetto produttore. Durante la fase di riordinamento, sono stati adottati criteri generali comuni o differenziati a seconda delle serie individuate e dello stato di fatto in cui si trovava la documentazione. Per esempio, per quanto riguarda le tre serie principali, è stato rinvenuto un criterio di ordinamento originario su base provinciale; tale criterio è stato mantenuto laddove già presente (serie "Nuovi Impianti" e serie "Osservatori industriali") e introdotto laddove è apparso coerente con il funzionamento dell'ufficio (serie "Invio operai in Germania"). La documentazione relativa all'invio di operai in Germania durante la Seconda guerra mondiale costituiva un nucleo a sé stante e, per questo, è rappresentato da un'unica serie. I quattordici fascicoli preesistenti, ai quali era stata attribuita una numerazione progressiva durante le esercitazioni della scuola APD, sono stati riordinati in otto unità archivistiche in base alla provincia di riferimento; a queste se ne aggiungono due, relative in particolare agli stabilimenti e al reclutamento degli artigiani. La serie "Nuovi impianti" si presentava per lo più ordinata e contenente documentazione di carattere omogeneo e tendenzialmente seriale. Risulta articolata su tre livelli gerarchici: il materiale è infatti raggruppato dapprima per provincia (Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia), quindi ripartito in articolazioni annuali (che coprono, seppur in maniera irregolare, un periodo compreso tra i primi anni Trenta e il 1949); e infine organizzato in fascicoli nominativi, uno per ciascuna pratica trattata, intitolati secondo la denominazione dell'azienda interessata e ordinati cronologicamente. In particolare, per questa serie è emerso che la prassi di ordinare i fascicoli in base alla provincia in cui uno stabilimento era allocato è stata introdotta in un secondo momento: è stato possibile ricostruire che, in seguito a tale cambiamento nella gestione corrente delle pratiche, lo stesso soggetto produttore provvide a modificare la segnatura dei fascicoli, tramite apposizione sulla camicia originale di una pecetta recante la nuova numerazione. Pertanto, si è deciso di organizzare la serie secondo il seguente ordine logico-gerarchico, che rispecchia la sedimentazione originaria della documentazione: ⮚ serie: "Nuovi impianti"; ⮚ sottoserie: "Provincia"; ⮚ sottoserie: "Anno"; ⮚ fascicolo: "Titolo della pratica". Al fine di rendere il più omogenea possibile la compilazione dei campi, è stato messo a punto un insieme di criteri e norme redazionali che hanno tenuto conto sia delle modalità in uso presso il soggetto conservatore per la descrizione archivistica all'interno della propria banca dati, sia dei criteri adottati per la redazione di precedenti inventari elettronici pubblicati sul sito dell'Istituto. Per esempio, nel caso di questa serie, il campo "Denominazione" dell'unità archivistica, è stato implementato con una denominazione attribuita, formulata in modo tale da porre in evidenza il nome distintivo della ditta: cognome e nome se ditta individuale, sigla con relativo scioglimento etc. Di seguito si riportano alcuni casi a titolo di esempio: cognome e nome, luogo: ad es. Calzoni Alessandro, Bologna; nome dell'azienda, luogo: ad es. Calzaturificio Zenith, Ferrara; acronimo dell'azienda, con scioglimento tra parentesi tonde, luogo: ad es. SABIEM (Società anonima bolognese industrie elettro-meccaniche), Bologna. Al contempo, si è deciso di riportare integralmente la denominazione originale presente sul fascicolo, comprensiva di tutti gli elementi informativi di volta in volta presenti (es. assetto societario, indirizzo, recapiti dello stabilimento), racchiusa tra virgolette, nel campo "Ambiti e contenuto". Constatato il precario stato di conservazione di molte camicie originali dei fascicoli, si è deciso di non sostituirle, ma di tutelarle inserendole in nuove camicie cartacee, così da conservare quelle originali con le relative segnature. Per ogni sottoserie-anno è stato adottato il criterio della serie chiusa, pertanto ai fascicoli è stata attribuita una nuova numerazione progressiva che riparte da 1 a ogni anno, per ogni provincia, mentre della segnatura originaria è stata tenuta traccia mediante la compilazione dell'apposito campo. Sono stati esclusi da tale intervento i fascicoli vuoti, le cui camicie sono state raccolte e conservate in fondo al relativo anno. Sulle nuove camicie dei fascicoli sono state riportate le segnature attribuite, e tutti i fascicoli dello stesso anno sono stati raccolti, ordinati e condizionati all'interno di un'ulteriore camicia cartacea, per dare evidenza fisica alla ripartizione logica. Per quanto riguarda la sottoserie "Comunicazioni", si è ritenuto opportuno riordinare la documentazione, originariamente sciolta e in stato di disordine, in unità archivistiche per provincia, in conformità all'uso già riscontrato. Al contrario si è preferito mantenere l'ordinamento originale dove esistente e segnalato dalla presenza di fascicoli originali, creati dal soggetto produttore in base a differenti esigenze operative nella fase corrente dell'archivio. Le altre serie del fondo sono state costituite in seguito al riordinamento della documentazione miscellanea, secondo un criterio tematico che ha tenuto conto ed esplicitato, da un lato, le altre funzioni di controllo esercitate dall'ufficio in applicazione della normativa vigente in materia di lavoro (serie "Previdenza sociale", "Personale lavoratore", "Igiene sul lavoro"), dall'altro, il funzionamento dell'ufficio stesso e la gestione di alcune particolari vicende istituzionali legate al contesto post-bellico (serie "Amministrazione").

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