GIOACCHINO NAPOLEONE PEPOLI (Bologna, 10 ottobre 1825 - Bologna, 26 marzo 1881), unico figlio maschio di Guido Taddeo e di Letizia Murat, figlia di Gioacchino, re di Napoli, e di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone.
A Sigmaringen, il 5 dicembre 1844, Pepoli sposò la cugina Federica Guglielmina di Hohenzollern-Sigmaringen, figlia di Karl e di Marie Antoinette Murat, figlia di Pierre, fratello di Gioacchino, re di Napoli. Discendente del ramo marchionale dell'antichissima famiglia Pepoli di Bologna, esponente dell'aristocrazia cittadina, liberale e moderata, fu comandante della Guardia civica di Bologna e membro del Comitato di salute pubblica all'epoca dei moti rivoluzionari del 1848, durante i quali si distinse l'8 agosto tra i combattenti della battaglia della Montagnola; dopo un breve esilio volontario a Pistoia, a seguito della Restaurazione pontificia, Pepoli rientrò a Bologna prendendo attivamente parte ai lavori del Comitato nazionale bolognese, centro e motore dell'opinione politica locale in preparazione dell'indipendenza delle Romagne.
Alla caduta del governo pontificio, il 12 giugno 1859, entrò a far parte della Giunta provvisoria di governo e poi del Governo provvisorio delle Romagne quale gerente (ministro) della sezione delle finanze e della sezione degli affari esteri dall'agosto al dicembre 1859, e rappresentò la sua città all'Assemblea nazionale delle Romagne. Nel Governo delle provincie dell'Emilia rivestì ancora la carica di ministro delle finanze. Dopo l'annessione al regno di Sardegna fu eletto deputato dal secondo collegio di Bologna alle consultazioni del marzo 1860, e sedette ininterrottamente in Parlamento dalla VII alla X legislatura; dal settembre al dicembre del 1860 fu, inoltre, commissario generale straordinario nelle provincie dell'Umbria. Entrò poi nel primo governo Rattazzi quale ministro dell'agricoltura dal 3 marzo all'8 dicembre 1862, e dal febbraio 1863 al settembre 1864 fu inviato straordinario e ministro plenipotenziario a San Pietroburgo.
Dopo essere stato tra i principali artefici della convenzione del settembre 1864 tra Italia e Francia che garantiva il ritiro del presidio francese dallo Stato pontificio e apriva la strada a Firenze capitale, Pepoli fu commissario regio a Padova dal luglio al dicembre 1866, mentre dal febbraio 1866 al maggio 1868 fu sindaco di Bologna.
Il 12 marzo 1868 fu creato senatore del Regno e, lasciata la carica di primo cittadino della sua città natale, fu inviato straordinario e ministro plenipotenziario a Vienna dal maggio 1868 al marzo 1870.
Rientrato in Italia e cessata la carriera diplomatica, Pepoli fu eletto più volte consigliere comunale e provinciale di Bologna, rivestendo inoltre la carica di assessore e consigliere comunale di Bondeno, piccolo comune della provincia di Ferrara. Dopo la disastrosa alluvione di quella provincia nel 1872, il Pepoli si adoperò per promuovere iniziative a favore delle popolazioni inondate ed, in generale, per la creazione di istituzioni di assistenza e previdenza per le classi operaie. Sue creature furono così la Società artigiana di Bologna con la sua cassa depositi e prestiti, e la Fraternità di mutuo soccorso intitolata, dopo la sua morte, proprio a Gioacchino Napoleone.
Pepoli fu, infine, anche scrittore, poeta e compositore di drammi.

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L'archivio personale di Gioacchino Napoleone Pepoli pervenne integro, a seguito di legato testamentario, alla figlia Letizia (1846 - 1902), sposa del conte Antonio Gaddi (1843 - 1914), e da essa al nipote Ercole Gaddi Pepoli (1869 - 1932). Una guida storico-artistica della città di Forlì segnalò nel 1928 la presenza dell'archivio del marchese Gioacchino presso il palazzo forlivese della famiglia Gaddi Pepoli in corso Garibaldi, mentre una biografia del Pepoli datata al 1933 ne registrò la presenza presso la residenza bolognese di Ercole Gaddi Pepoli in via Castiglione. Tramandato attraverso la linea primogenita ad Antonio (1900-1940), a Gaddo (1936) ed a Claudia (1966), il fondo è stato dichiarato nel 1994 di notevole interesse storico da parte della Soprintendenza archivistica della Toscana.

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L'archivio (conservato in 20 buste, per un totale di 3 metri lineari) risulta costituito di due principali sezioni: il fondo personale vero e proprio ed un complesso di tre piccoli fondi aggregati.
1. Il fondo personale è articolato al suo interno in due sezioni: il CARTEGGIO e le CARTE POLITICHE.
1.1 Il CARTEGGIO è strutturato in ventotto serie che individuano altrettante categorie di corrispondenti (ad esempio "Principi") o particolari tipologie documentarie (ad esempio "Minute di lettere e manoscritti di discorsi").
Ogni serie è contraddistinta da un numero romano progressivo e dalla propria denominazione (ad esempio: "III. Uomini politici"). Il numero fornito è quello originariamente attribuito dal soggetto produttore; di conseguenza le lacune nella progressione sono dovute all'assenza della relativa serie documentaria. Per ciascuna serie sono stati, inoltre, segnalati gli estremi cronologici, nel formato anno, mese e giorno (ad esempio "1842 marzo 21 - 1881 dicembre 18"), la consistenza, espressa in termini di unità archivistiche (ad esempio "fascc. 250") e la collocazione fisica (ad esempio "B. 3").
Ciascuna serie è costituita dai fascicoli che raccolgono la corrispondenza indirizzata al Pepoli; i fascicoli sono numerati progressivamente ed individuati dal nome del corrispondente (ad esempio: "1. Cavour Camillo"). Di ciascun fascicolo sono stati, inoltre, forniti gli estremi cronologici, nel formato anno, mese e giorno (ad esempio "1860 aprile 10 - agosto 09"), e la consistenza, espressa in termini di unità documentarie (ad esempio "docc. 3"). Per la scelta dei nomi dei corrispondenti ci si è attenuti al criterio generale di renderli secondo l'uso moderno maggiormente invalso, omettendo titoli nobiliari e professioni, e nella lingua madre del corrispondente; qualora il nome sia composto da un corpo centrale e da una preposizione (nella varie forme semplici ed articolate), quest'ultima è stata collocata dopo il corpo del cognome, tra parentesi tonde (ad esempio: "Hohenzollern-Sigmaringen (von) Karl").
In appendice alla sezione si segnala il coevo "Repertorio delle corrispondenze".
1.2 Le CARTE POLITICHE si compongono, invece, di quattro serie di documenti relativi a particolari circostanze storiche od incarichi pubblici rivestiti dal Pepoli: "1848", "Governo provvisorio delle Romagne", "Legazione di San Pietroburgo", "Legazione di Vienna".
Integra la sezione un registro recante l'autobiografia manoscritta del Pepoli intitolata "Documenti intorno alla mia vita".
2. Gli archivi aggregati sono costituiti, infine, da tre spezzoni di archivi pubblici entrati in possesso del Pepoli a seguito dei relativi incarichi rivestiti:
2.1 "SEZIONE, POI MINISTERO, DEGLI AFFARI ESTERI DEL GOVERNO PROVVISORIO DELLE ROMAGNE";
2.2 "COMMISSARIATO GENERALE STRAORDINARIO NELLE PROVINCIE DELL'UMBRIA" (articolato al suo interno in Gabinetto e Archivio generale);
2.3 "COMMISSARIATO STRAORDINARIO PER LA PROVINCIA DI VITERBO".

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