Edoardo Berti nacque a Granaglione, comune della provincia di Bologna, il 29 settembre 1898 da Giuseppe e Clotilde Agostini. Aveva due sorelle, Tina ed Emma, e due fratelli, Pietro e Italo.
Conseguì il diploma di scuola media superiore presso il liceo ginnasio Marco Minghetti di Bologna, poi si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna. Prese parte alla prima guerra mondiale con il grado di sergente nel 177° reparto someggiato di sanità, successivamente prestò servizio presso l'ospedale militare di Firenze. Laureatosi in Medicina nel 1923, nel 1925 conseguì nello stesso ateneo il Diploma di perfezionamento per specialisti in medicina coloniale. Nel 1925 partecipò alla campagna antimalarica nell'area di Comacchio, poi dal 1926 prese servizio in Libia come medico coloniale: fu prima a Zuara, poi dopo diversi spostamenti dall'ottobre 1935 ebbe come sede definitiva Zliten (Zuara e Zliten sono centri della Libia mediterranea). I suoi familiari furono con lui in Libia per lunghi periodi.
Fra il 1926 e il 1938 esercitò la professione medica alle dipendenze del Governo della Libia; nel 1938 fu assunto dal Municipio di Zliten con il duplice incarico di medico condotto e ufficiale sanitario. In Libia, Berti si dedicò alla cura e all'assistenza dei cittadini italiani e della popolazione locale, instaurando anche con questa un rapporto di fiducia, attestato dalle sue riflessioni mediche e dall'amicizia che a lungo lo legò ad Alì Derbasi ben Sadich. Nella colonia dovette far fronte a situazioni sanitarie impegnative e di grave emergenza: focolai di peste bubbonica, febbre tifoide, epidemie di morbillo e varicella, tifo esantematico, casi di tigna. Queste esperienze furono per lui anche occasione di riflessioni scientifiche, sviluppate in alcuni saggi usciti sulla rivista "Archivio Italiano di scienze mediche coloniali".
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, il personale italiano in Libia venne militarizzato e Edoardo Berti fino al 1947 non usufruì di licenze. Dopo l'occupazione della colonia italiana da parte degli Alleati, continuò a svolgere le funzioni di medico condotto e ufficiale sanitario sotto l'amministrazione militare inglese. L'amico Alì Derbasi fu sergente nella 1° Divisione libica e nel 1943 venne fatto prigioniero dagli Alleati.
Edoardo Berti fino all'agosto 1947 fu medico presso il municipio di Zliten, nel settembre 1947 venne in Italia per una licenza, nel 1950 era a Venezia in servizio come personale municipale della locale sezione staccata del Ministero dell'Africa italiana, nel 1951 il suo recapito è presso la colonia pedemontana dei profughi dell'Africa italiana a Cison di Valmarino (Treviso), mentre nel 1953-1954 presso la casa di famiglia di Borgo Capanne, nel comune di Granaglione. Nel 1951, in vista della liquidazione delle competenze del Ministero dell'Africa italiana si aprì per lui la possibilità di passaggio nei ruoli transitori dell'amministrazione, passaggio che però non risulta attestato dalla documentazione in nostro possesso. L'ultima lettera di Edoardo Berti conservata risale al 15 febbraio 1954. Morì il 27 novembre 1955. La biografia di Edoardo Berti è stata ricostruita sulla base della documentazione conservata nel fondo.

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La documentazione raccolta, dopo la morte dell'ultimo erede della famiglia Berti, è stata presa in consegna dal professor Egidio Mellini dell'Università di Bologna e poi consegnata alla signora Iraide Bitossi. Questa nel 2009 ha preso contatto con l'Archivio di Stato di Bologna, affinché trovasse qui una adeguata collocazione.

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Il nucleo principale del fondo Edoardo Berti riunisce documentazione di varia natura (corrispondenza, materiali iconografici, studi, appunti, relazioni, certificati e attestati di studio e professionali, modulistica), prodotta o acquisita da Edoardo Berti, che fu medico e ufficiale sanitario in Libia, fra anni Venti e Quaranta del Novecento. Il fondo inoltre raccoglie documentazione prodotta o acquisita da suoi familiari.
Nel complesso ripercorre l'esperienza professionale e la vicenda umana di Edoardo Berti con particolare riferimento agli anni in cui prestò servizio in Libia: la sua attività di medico condotto e di ufficiale sanitario, i suoi rapporti con l'amministrazione coloniale centrale e periferica, la riflessione scientifica. Restituisce rapporti familiari e di amicizia, in particolare l'amicizia con il libico Alì Derbasi. In particolare, il carteggio di Edoardo Berti con l'amministrazione coloniale suggerisce il quadro delle strutture politico-amministrative di governo della colonia.

Cenni sull'organizzazione politico-amministrativa della colonia libica

L'Italia occupò le due regioni della Cirenaica e della Tripolitania nel 1911 a seguito di una breve guerra contro l'Impero ottomano, ma seguirono anni di duri scontri fra la popolazione locale e l'esercito italiano impegnato nell'acquisizione del reale controllo di quei territori. Nel 1929 le due colonie della Tripolitania e della Cirenaica vennero riunite e nel 1934 venne creato un unico Governo della Libia.
Al vertice dell'amministrazione coloniale era il Ministero delle colonie: istituito nel 1912, dal 1937 assunse la denominazione di Ministero dell'Africa italiana. Il Ministero aveva una generale competenza territoriale sulle regioni africane, in quanto riuniva tutti i poteri che per il territorio nazionale erano ripartiti tra le singole amministrazioni. Alle sue dirette dipendenze era il Governatore della Libia residente a Tripoli che era responsabile di tutto l'andamento amministrativo della colonia, sia nel settore civile che militare, e aveva anche funzioni giudiziarie.
Nel 1935 il territorio della Libia venne diviso in quattro Commissariati generali provinciali con sede a Tripoli, Misurata, Bengasi, Derna e un territorio militare del sud. I Commissariati provinciali furono a loro volta suddivisi in Commissariati circondariali, Residenze e Distretti. Nel 1939 i Commissariati provinciali vennero elevati al rango di Prefetture.
Nei centri più importanti erano istituiti i municipi con a capo un podestà nominato con decreto governatoriale. Vennero anche mantenuti i tradizionali aggregati della popolazione libica, le cabile. Un carattere particolare venne ad assumere il "muhtar" o capo quartiere che aveva funzioni a livello municipale in materia di anagrafe e polizia urbana. Nel 1939 venne creata una sorta di cittadinanza speciale per i cittadini libici, che ebbero fra l'altro l'obbligo della coscrizione militare.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale il personale della Libia fu militarizzato e venne consentita la possibilità di cumulare i congedi ordinari e le frazioni di essi per più bienni e, nel caso in cui i congedi non potessero venire fruiti, di percepire un indennizzo pari all'ammontare degli interi assegni ed indennità spettanti per il congedo stesso. Nel 1943, in seguito all'avanzata alleata, l'esercito italiano perse il controllo della Libia che passò sotto l'amministrazione degli Inglesi (solo la porzione del Fezzan venne amministrata dai Francesi).
Dopo la guerra, in via provvisoria, venne lasciato in funzione il Ministero dell'Africa italiana con il compito di liquidare e sistemare le numerose pendenze derivanti dalla cessazione della sovranità italiana nei territori africani, fra cui l'assistenza ai profughi, la liquidazione dei danni di guerra, la vigilanza e la liquidazione dei numerosi enti che avevano o avevano avuto rapporti con l'Africa, l'esodo del personale facente parte del Ministero e il suo passaggio ad altri ruoli. Il Ministero dell'Africa italiana venne soppresso nel 1953. Nel 1951 la Libia era diventata indipendente.

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La documentazione è pervenuta raccolta in un unico mazzo, sciolta o inserita all'interno di buste per la corrispondenza (non sempre con effettivo riscontro fra involucro e contenuto), presumibilmente come era stata raccolta da Edoardo Berti e dai suoi familiari. Era tuttavia rintracciabile un abbozzo di organizzazione che si è cercato di fare emergere nel corso dell'ordinamento. Sono state conservate e inserite nei fascicoli le buste originali contenenti la documentazione. Il fondo è stato articolato in cinque fascicoli: documentazione che attiene agli studi, all'esperienza militare, alla carriera professione di Edoardo Berti (fasc. 1); corrispondenza dal contenuto personale di Edoardo Berti e famiglia (fasc. 2); studi di casi clinici e aspetti del servizio sanitario in Libia analizzati e riferiti da Edoardo Berti (fasc. 3); note sulla situazione post-bellica italiana con particolare riferimento alla colonica libica raccolte da Edoardo Berti (fasc. 4); materiale iconografico, in particolare fotografie e cartoline relative a momenti di vita della famiglia Berti in Libia e immagini della colonia (fasc. 5).

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