Il globo Coronelli dell'Archivio di Stato di Bologna. Una lunga avventura

Descrizione del contenuto

Trasferimenti rischiosi, intrighi politici, bombardamenti, vicende conservative al limite del pericolo si intrecciano nell'avventura secolare del globo terrestre di Vincenzo Coronelli di proprietà dell'Archivio di Stato di Bologna.
Il globo celeste che dalle origini lo accompagnava, fino a un certo punto compagno di sventure, in seguito fu separato dal compagno e viene considerato perduto. I due globi appaiono ancora intatti, ma come "due mappamondi in cattivo stato", nel 1877, fra le suppellettili conservate nell'Archivio demaniale, presso l'antico convento dei Celestini, che raccoglieva gli archivi delle Corporazioni religiose soppresse nel periodo napoleonico e oltre. Erano quindi un retaggio proveniente dal mondo dei conventi e delle chiese bolognesi. E' stato supposto che il Senato di Bologna avesse ricevuto l'omaggio dei due globi di Coronelli dal Senato veneziano, intorno alla fine del Seicento o all'inizio del Settecento, e li avesse poi esposti in una chiesa, forse Santa Maria dei Servi. In ogni caso, nella seconda metà dell'Ottocento i globi, già malconci, si trovavano all'Archivio demaniale. E con tutto il materiale archivistico delle Corporazioni religiose confluirono nell'appena costituito Archivio di Stato, nella sua sede di palazzo Galvani. Qui vengono segnalati nel 1899 da uno studioso, Matteo Fiorini, che nota come uno di loro sia stato ulteriormente danneggiato dal trasporto.
Dall'Archivio di Stato i globi dovevano ripartire dopo più di sessant'anni, nel 1941, in piena guerra mondiale, per un'altra complessa spedizione, che sarebbe stata a quanto pare fatale per il globo celeste. Il Ministero dell'interno li reclamava a Roma, per un inaspettato quanto necessario restauro (l'Istituto di patologia del libro era stato fondato da pochi anni, per espressa volontà del regime). Gli intenti dovevano essere altri per i globi, i quali sembra che fossero destinati ad avere sede, una volta restaurati, a palazzo Venezia. Si occupò della loro sorte in particolare l'allora sottosegretario agli interni Guido Buffarini Guidi, personaggio di spicco della cerchia di Mussolini e membro del Gran consiglio del fascismo, che arrivò a separare i due globi portando a Pisa, dove risiedeva la sua famiglia, il forse più affascinante globo celeste. In ogni caso questo si deduce da una lettera del ministero di molti anni dopo, dove si parla della distruzione del globo celeste, avvenuta nel 1943 per un bombardamento sul deposito di una fabbrica pisana dove la famiglia Buffarini aveva collocato il prezioso reperto. Non sembra siano state svolte ulteriori inchieste sulla scomparsa di questo bellissimo manufatto, forse appartenente all'edizione del globo celeste dedicata da Coronelli nel 1691 al cardinale Pietro Ottoboni.
La stessa lettera del Ministero dell'interno che comunicava la perdita del globo celeste indicava la sopravvivenza di quello terrestre, che risultava nel 1950 conservato all'Archivio di Stato di Roma e di cui si stava completando il restauro. Ma dovevano passare ancora diciassette anni, e le proteste di molti studiosi, perchè l'Archivio di Stato di Bologna riuscisse a ottenere la restituzione del globo superstite, da allora collocato nel corridoio della Direzione e in seguito all'interno del locale stesso della Direzione. Le condizioni del globo, nonostante o forse proprio a causa di operazioni di restauro interrotte e riprese più volte attraverso il tempo, rimanevano precarie, e non sono migliorate nei successivi quarant'anni. Sul finire del 2007 la necessità urgente di un restauro conservativo moderno e di una nuova collocazione più adeguata dal punto di vista della conservazione hanno indotto la Direzione dell'Archivio di Stato a finanziare il restauro del globo terrestre presso un laboratorio bolognese di provata esperienza, e a richiedere la sua successiva esposizione presso il Museo di Palazzo Poggi, dove potrà essere meglio ammirato dalla città che lo accolse alcuni secoli fa. L'Università si è dimostrata lieta di accogliere la proposta.
Il globo terrestre di Vincenzo Coronelli, restituito alla sua primitiva bellezza dal restauro eseguito con perizia da Manuela Mattioli, con la sua superficie dorata gremita di cartigli e raffigurazioni fantasiose di popoli e paesi, è insieme uno sguardo sulla cultura eclettica del Seicento e un ritorno alla luce di un'opera importante del patrimonio artistico bolognese, di cui si erano in parte perse le tracce, e che ha percorso una lunga storia avventurosa prima di tornare fra noi.

Francesca Boris - le ricerche d'archivio sono state effettuate in collaborazione con Alessandra Scagliarini e Licia Tonelli
Didascalia Immagine
1 - il globo prima del restauro
2 - il globo prima del restauro
3 - il globo prima del restauro
4 - particolare prima del restauro
5 - particolare prima del restauro
6 - particolare prima del restauro
7 - particolare prima del restauro
8 - particolare prima del restauro
9 - particolare prima del restauro
10 - fase di pulitura, rimozione vecchio restauro
11 - fase di pulitura
12 - particolare prima del restauro
13 - distacco carta deformata
14 - ripristino substrato
15 - riadesione carta
16 - fase di consolidamento - si nota la carta di fodera
17 - interno del globo
18 - interno, si noti il contrappeso, un mattone
19 - interno, residui di ancoraggio del mattone
20 - frammenti di carta trovati all'interno
21 - il globo a restauro ultimato
22 - il globo a restauro ultimato
23 - il globo a restauro ultimato
24 - il globo a restauro ultimato
25 - il globo a restauro ultimato
26 - particolare, effige del Coronelli
27 - particolare, calotta nord a restauro ultimato
28 - orizzonte, fase di pulitura
29 - orizzonte, particolare a restauro ultimato
30 - basamento a restauro ultimato
31 - globo al museo