L'Ufficio censura presso la Prefettura di Bologna entrò in funzione il 24 maggio 1915, istituito con provvedimento del prefetto a seguito della circ. riservatissima del presidente del Consiglio dei ministri del 19 maggio 1915 (circolare Salandra) e del r.d. 23 maggio 1915, n. 675. Doveva provvedere alla revisione preventiva della stampa in merito a notizie, a commenti, a proclami ritenuti dannosi alla conduzione delle operazioni militari, allo spirito pubblico, all'opera politica e diplomatica del governo, nonché reprimere l'adozione di "un linguaggio meno che dignitoso verso i nemici" e l'incitamento "a condurre la guerra barbaramente"; a questo servizio l'Ufficio di Bologna univa quello di censura delle comunicazioni telegrafiche, previsto per ogni capoluogo di provincia, ma in alcuni unificato per economie di risorse umane e materiali.
L'ufficio era posto sotto la diretta responsabilità del prefetto che ne nominava i componenti e disponeva dei provvedimenti di sequestro degli stampati. Quanto ai componenti, la circolare Salandra indicava la preferenza di funzionari dello Stato, ma consentiva la scelta fra persone estranee all'amministrazione pubblica, previo consenso dell'Ufficio stampa del Ministero dell'interno; nell'ufficio bolognese, costituito da circa dieci "censori", sembra prevalente la presenza di estranei alla prefettura, mentre nel corso del tempo si fa più rilevante la presenza di militari.
L'attività dell'Ufficio venne dichiarata conclusa il 5 luglio 1919, a seguito del d.lgt. 29 giugno 1919, n. 1021, ma è documentata fino al 1920, in accordo con il ripristino della censura preventiva (r.dl. 1770 del 2 ottobre 1919) e la nuova abolizione (r.dl. 379 del 1 aprile 1920).

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Facendo seguito all'abolizione della censura del giugno 1919, il Ministero dell'interno impartì istruzioni che prevedevano la selezione e il versamento agli Archivi di Stato delle carte interessanti (ordini di servizio e bozze censurate). Le carte del periodo bellico vennero trasmesse all'Archivio di Stato di Bologna ai primi di agosto 1919; un successivo versamento riguardò gli atti relativi al breve periodo di ripristino della censura fra ottobre 1919 e aprile 1920.

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Il fondo contiene istruzioni, registri giornalieri della revisione della stampa e delle comunicazioni telegrafiche, corrispondenza definita "amministrativa" per lo più con i soggetti sottoposti a esame, bollettini di comunicazione con gli uffici omologhi da altre città, corrispondenza con le autorità militari, bozze di stampa.

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