L'esistenza del Comitato comunale di Bologna della Democrazia cristiana è attestata a partire dall'ultimo dopoguerra, periodo in cui si assiste alla sua prima, embrionale organizzazione, seppure in una situazione del tutto provvisoria: non si parla ancora di Comitato, ma soltanto di Sezione comunale o semplicemente di Sezione; lo stesso segretario in carica nel 1945, il primo in ordine di tempo, è indicato come provvisorio.
Nel 1947, col primo statuto del partito, l'istituzione dei comitati comunali viene formalizzata. L'art. 47 stabiliva infatti che in ogni comune dove fossero presenti più sezioni fosse creato un Comitato comunale, definito come "l'organo di coordinamento fra le diverse sezioni istituite nel comune". Il Comitato comunale era costituito dai segretari delle diverse sezioni cittadine (a Bologna si ha notizia di 19 sezioni: Bacchi, Bolognina, Braschi, Colli, De Gasperi, Di Dio, G. Fanin, Kennedy, Mattei, Mazzolari, Milani, don Minzoni, Morelli, Munarini, Rossi, Sturzo, Toniolo, Zannini, Zavattaro), da membri eletti dall'assemblea comunale in numero non inferiore a quello dei segretari di sezione, dai delegati comunali dei gruppi femminile, giovanile, di azienda e di categoria. Il Comitato eleggeva al suo interno la Direzione comunale, la quale a sua volta eleggeva nel proprio seno il segretario comunale.
Composizione e competenze restano invariate fino allo statuto del 1957, col quale il numero dei membri eletti dall'Assemblea comunale viene fissato in relazione al numero complessivo degli iscritti alla Democrazia cristiana sul territorio comunale; entrano inoltre a farne parte il sindaco in carica, ovviamente se iscritto al partito, e con voto solo consultivo, il capogruppo consiliare in Comune e i delegati del Movimento reduci di guerra e del Centro sportivo Libertas.
Lo stesso statuto del 1957 definisce il Comitato comunale come "l'organo di rappresentanza unitaria delle sezioni del comune", col compito di "discutere e deliberare in genere sull'indirizzo politico e amministrativo in ordine ai problemi comunali del partito e coordinare l'azione organizzativa delle sezioni che lo costituiscono". In questo quadro la Direzione comunale è "l'organo esecutivo cui spetta coordinare e sviluppare l'attività delle sezioni in conformità delle direttive fissate dal Comitato comunale".
Tuttavia i cambiamenti forse più significativi, anche a seguito dei mutamenti nella struttura del partito, furono apportati con lo statuto del 1983. Ora il Comitato comunale è l'organo che "attua nel comune la linea amministrativa e politica del partito" e "svolge azione di sintesi politica e di indirizzo delle attività dei gruppi consiliari degli organismi elettivi comunali, promuove e coordina l'attività delle sezioni e dei comitati circoscrizionali esistenti nel suo ambito territoriale". In questo quadro, svolgeva una serie di funzioni rilevanti nella vita del partito; fra le altre: eleggeva al suo interno il segretario amministrativo e la direzione; approvava le relazioni annuali del segretario comunale; deliberava sulle questioni politiche ed amministrative sottoposte dalla direzione, dai componenti del Comitato stesso e dagli organi provinciali del partito; eleggeva i componenti della commissione elettorale e presentava i candidati per le elezioni amministrative comunali; formulava proposte al Comitato provinciale sul programma e sugli orientamenti per le elezioni amministrative provinciali e regionali; formulava proposte al Comitato regionale per le materie relative all'ambito comunale.
Era costituito dal segretario comunale e dai componenti eletti dai tesserati residenti nel comune ed inoltre ne facevano parte, con solo voto consultivo, i consiglieri nazionali, regionali e comunali, quando iscritti in una delle sezioni comunali, i segretari dei comitati circoscrizionali e delle sezioni comunali.
Il Comitato comunale di Bologna della Democrazia cristiana ebbe la sua prima sede al n. 23 di Strada maggiore, per trasferirsi poi in via Belvedere n. 10, poi al n. 1 di via Grabinski e quindi in via Malvasia n. 6.

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Non si è trovata traccia di disposizioni di alcun genere per la tenuta e la conservazione dell'archivio né dell'esistenza di un titolario per la classificazione degli atti. Anche l'uso del protocollo si riscontra solo per una piccola parte del carteggio, relativa agli anni 1945-1948 (serie "Carteggio e atti", b. 1).
La documentazione, prevalentemente organizzata in fascicoli, era conservata presso la sede del Comitato comunale in pacchi, recanti un'etichetta con una sommaria indicazione del contenuto. Per la confezione di ciascun pacco erano stati utilizzati due manifesti di data posteriore a quella dei documenti, indice del fatto il materiale veniva così condizionato una volta non più necessario all'attività corrente del Comitato.
Con lo scioglimento del partito, il materiale archivistico è entrato in possesso del Centro regionale di studi politici "Alcide De Gasperi", con sede al n. 4 di via San Gervasio, dove è rimasto - insieme a quello dei comitati provinciale e regionale - fino al deposito presso l'Archivio di Stato di Bologna.

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Il fondo contiene corrispondenza con il Segretario comunale, con la Direzione cittadina e con il Gruppo consiliare comunale della Democrazia cristiana, oltre a documentazione relativa ad eventi politici e ad iniziative di interesse locale, alle scadenze elettorali politiche ed amministrative, alle diverse sezioni cittadine e all'attività di tesseramento. In misura assai limitata sono presenti anche atti del Movimento reduci, del Movimento giovanile e di quello femminile.

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