La legge 5 luglio 1860 n. 4163 stabiliva di concedere "sussidii ad emigrati politici ricoverati nel Regno" e
fissava in £. 30.000 la somma a disposizione, da ripartirsi fra le "antiche Provincie", la Lombardia, l'Emilia e
la Toscana; si rinviava invece a una norma successiva la determinazione dei criteri e delle modalità per
l'assegnazione delle sovvenzioni. Quattro anni più tardi, con R.D. 14 agosto 1864 n. 1906, veniva approvato
il regolamento per la ammissione a sussidio degli emigrati politici italiani.
Il regolamento definiva le condizioni per l'ammissione al sussidio, la misura e la durata di quest'ultimo;
prevedeva inoltre l'istituzione nelle città capoluogo di provincia, di apposite commissioni, "composte di
onorevoli cittadini" nominati dai Prefetti. Venivano quindi precisati i compiti, le procedure, le regole contabili
e in generale l'organizzazione e il funzionamento delle commissioni. La loro attività, che doveva avere inizio
il 1° ottobre di quello stesso anno 1864, era sottoposta al controllo diretto del Ministero dell'Interno.

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