"Le origini della nobile famiglia Argelati risalgono al XIII secolo. Erroneamente identificati con i componenti
della famiglia Argeli, gli Argelati furono coinvolti, già a partire dai secc. XIV e XV, nella vita politica e culturale
della città. Una dettagliata memoria manoscritta sulla famiglia è contenuta nella b. 23 del presente
inventario. Nel corso del XVIII sec. apparve rilevante la figura di Filippo Argelati, nato a Bologna nel dicembre
del 1685. Compiuti i primi studi nelle scuole pubbliche dei gesuiti si addottorò in diritto probabilmente a
Bologna. Recatosi a Firenze nel 1705, frequentò il Magliabechi e altri dotti bibliografi. Nel 1708 ritornò a
Bologna, dove progettò l'edizione, mai approntata in seguito alla morte dei suoi eruditi collaboratori, di tutte
le opere edite e inedite di Ulisse Aldrovandi. Nel 1717 si congedò dalla carica di tribuno della plebe, dopo
aver pronunciato un discorso d'istruzione ai suoi successori. Due anni dopo si trasferì a Modena ove
conobbe L.A. Muratori, il quale aveva interrotto, per ragioni di salute, la stesura delle 'Antiquitates Italicæ
Medii Ævii' e progettava di pubblicare una raccolta delle cronache italiane inedite. Sottopose il progetto
all'Argelati che subito l'accolse, a tal fine, fondò a Milano nel 1721, una società di undici nobili denominata
Società Palatina dal luogo della tipografia posta al pianterreno del palazzo reale. All'interno dell'opera del
Muratori, costituita da 28 volumi in folio, apparvero, per cura dell'Argelati, la dedica generale a Carlo VI, così
come le dediche ai singoli volumi, nonché i ricchissimi indici generali. Filippo Argelati morì a Milano il 25
gennaio 1755, qualche mese dopo la morte del figlio Francesco, ingegnere militare e letterato. Francesco
Argelati nacque l'8 maggio 1712 e fece i suoi primi studi presso le scuole dei gesuiti, laureandosi il Legge
a Padova il 3 maggio 1736. Trasferitosi a Milano, si dedicò alla fortificazione militare della città e acquisì il
titolo di ingegnere, mantenendo sempre un vivo interesse per gli studi umanistici in lingua latina e volgare
sulla scia dell'esempio paterno. In seguito si stabilì definitivamente a Bologna dove si sposò con Maria
Francesca Lambertini, anch'essa letterata, e s'impegnò nel commercio dei libri ereditati dal padre. Morì il 13
febbraio 1754 e fu sepolto nella chiesa dei SS. Sebastiano e Rocco" (dall'intoduzione all' Inventario a cura di
G. Marcon).