"L'origine del conservatorio risale all'iniziativa del mercante bolognese Bonifazio Dalle Balle, terziario francescano, dedicatosi sin dal 1583 a raccogliere figlie di meretrici e fanciulle abbandonate. Ai terziari francescani fu da principio affidata l'amministrazione dell'opera, che a partire dal 1600 ebbe sede definitiva in alcune case in strada S. Mamolo (attuale via d'Azeglio) poco lontano dalla porta della città. In seguito all'approvazione concessa dall'arcivescovo Alfonso Paleotti nel 1606, furono introdotte modifiche quanto al governo e alle finalità del conservatorio. L'amministrazione venne demandata ad una congregazione di 20, poi solo 10, cittadini bolognesi, eletti tra i 'gentilhuomini' e i mercanti. L'opera provvedeva al mantenimento, educazione e dotazione di 'zitelle' accolte in base a severi requisiti (...). In periodo napoleonico al conservatorio di S. Croce fu unito quello di S. Giuseppe. Tale unione venne confermata prima con decreto del prefetto del Dipartimento del Reno del 16 maggio 1814, poi sancita definitivamente con decreto del card. Oppizzoni del 10 maggio 1816. Per effetto del r.d. 28 agosto 1864 il Conservatorio femminile di S. Croce e S. Giuseppe uniti è stato affidato all'amministrazione dei Pii Istituti Educativi" (da I. Germani, Conservatorio di S. Croce, in Istituto per la storia di Bologna, Gli archivi delle Istituzioni di carità e assistenza attive in Bologna nel Medioevo e nell'Età moderna. Atti del IV colloquio. Bologna 20-21 gennaio 1984, vol. I, Bologna 1984, p. 76).

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