"All' arciconfraternita di S. Giuseppe, riconosciuta con tale titolo nel 1621, ma costituitasi fin dal 1577 presso la chiesa omonima nella strada che ancora oggi conserva lo stesso nome, tra via Galliera e via Indipendenza, fu affidata con breve di papa Alessandro VII del 5 settembre 1622 l' amministrazione di un ospedale, da erigersi secondo le disposizioni testamentarie di Antonio Bondì del 17 agosto 1642. L' ospedale doveva mantenere, proporzonalmente alle rendite del lascito testamentario, poveri vecchi settuagenari. In periodo napoleonico, soppressa l' arciconfraternita, l' ospedale passò sotto l' amministrazione della Congregazione di carità, e fu riunito nel 1808 all' Ospizio dei poveri preti. Questo ospizio, istituito con testamento di Pompeo Vitali del 27 luglio 1622, aveva per scopo il mantenimento di preti bolognesi in stato di povertà. L' unione dei due istituti fu confermata con decreto 22 agosto 1817 dal card. Oppizzoni sotto il titolo di 'Ospizio dei preti e vecchi settuagenari poveri'. Nel 1864, con r.d. del 24 agosto, l' ospizio fu posto sotto l' amministrazione del Regio Ricovero di Mendicità Vittorio Emanuele II, ma nel 1867 i due istituti originari venivano nuovamente separati, essendo affidato l' ospizio dei Preti Poveri ad un' amministrazione composta di sacerdoti".(da Istituto per la storia di Bologna, Gli archivi delle Istituzioni di carità e assistenza attive in Bologna nel Medioevo e nell'Età moderna. Atti del IV colloquio. Bologna 20-21 gennaio 1984, vol. I, Bologna 1984, p. 105)

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