"Nel secondo congresso cispadano fu decisa la trasformazione della confederazione cispadana in
repubblica una ed indivisibile. In base alla costituzione cispadana [copia ms. si trova in questo fondo nella
b. I/33, un'edizione critica della costituzione cispadana si trova in G. De Vergottini, Scritti di storia del diritto
italiano, a cura di G. Rossi, II, Milano 1977, pp. 880-1037] il potere legislativo venne affidato a due camere: il
consiglio dei sessanta e il consiglio dei trenta; il potere esecutivo a un direttorio formato da tre membri. Il 26
aprile il corpo legislativo si riunì a Bologna ed il 28 elesse il direttorio esecutivo (cfr. Raccolta dei bandi,
notificazioni, editti, etc., pubblicati in Bologna dopo l'ingresso delle truppe francesi, Bologna, Sassi, t. XVI, p.
107)" (da Guida Generale degli Archivi di Stato italiani, vol. I, Roma 1981, p. 598). Il 28 maggio 1797 il
direttorio escutivo fu sostituito dal comitato centrale cispadano con il compito di insediare le
amministrazioni dipartimentali della repubblica cispadana per i territori bolognese, ferrarese e della
Romagna (cfr. Repubblica cispadana, Dal Direttorio esecutivo al comitato centrale (Atti e documenti, 1797),
Introduzione e cura di U. Marcelli, vol. IV, Bologna 1992, pp. 106-108). In base alla costituzione cispadana
tali dipartimenti erano quelli del Reno (capoluogo Bologna), delle Terme (capoluogo Vergato), del Basso Po
(capoluogo Ferrara), dell'Alta Padusa (capoluogo Cento), del Santerno (capoluogo Imola). Presidente del
comitato centrale fu Giovanni Vicini (cfr. fondo omonimo in Guida generale ... cit., vol. I, p. 641). Il governo
così costituito continuò a svolgere la propria attività fino all'annessione alla repubblica cisalpina (27 lug.
1797).

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