I Sovversivi del Gabinetto della Questura e il progetto Art Bonus “Adotta un Sovversivo!”
La categoria A8 del Gabinetto della Questura di Bologna, conservata dall’Archivio di Stato, comprende 8644 fascicoli di “Persone pericolose per la sicurezza dello Stato”, meglio note come “Sovversivi”. La documentazione, organizzata in fascicoli personali suddivisi nei tre grandi raggruppamenti dei Radiati, Defunti e Defunti di recente (con riferimento alle modalità con cui le persone uscivano dal perimetro della sorveglianza), è stata riordinata e descritta nel 2009. I fascicoli giunti fino a noi coprono un arco cronologico molto ampio, dal 1872 al 1983, a testimoniare un controllo pervasivo anche nel tempo da parte degli organi di pubblica sicurezza, nei confronti di persone spesso non imputabili di alcun reato.
Sono fascicoli più o meno consistenti, ricchi di testimonianze di ogni genere: verbali di denuncia, di perquisizione, di arresto, di interrogatorio, di diffida; copie delle sentenze dei tribunali ordinari e straordinari, articoli di giornale; verbali delle commissioni per l'ammonizione e il confino; certificati ed estratti anagrafici e giudiziari; fotografie personali e segnaletiche; schede biografiche; materiale sequestrato (carte d'identità, passaporti, tessere di partito e di sindacato, materiale a stampa), corrispondenza revisionata.
Si tratta di documenti tra i più consultati dell’Archivio di Stato di Bologna, che raccontano la storia di grandi personaggi non solo locali (come Giuseppe Massarenti, Roberto Vighi, Virginia Tabarroni, per citarne alcuni), ma anche le piccole storie di tanti normali cittadini sottoposti a sorveglianza e limitazione dei diritti (anarchici, repubblicani, socialisti, comunisti, ma anche persone ritenute potenzialmente in grado di nuocere all’ordine costituito, per il loro comportamento e le loro scelte di vita).
Consapevole dell’importanza di queste testimonianze e della necessità di preservarle per il futuro, l’Archivio di Stato di Bologna ha dato vita, nel 2021, al progetto Art bonus “Adotta un sovversivo!”, finalizzato alla messa in sicurezza, al restauro e alla digitalizzazione di materiali tanto fragili quando interessanti per lo studio, la ricerca, ma anche per la costruzione di identità familiari e, più in generale, della memoria della città di Bologna e del suo territorio. Art bonus contribuisce a rendere possibile tutto ciò, promuovendo forme di partecipazione alla conoscenza e alla salvaguardia di questa ricchezza, e consentendo a chiunque di sostenere il progetto divenendone mecenate.
Negli spazi monumentali del ritrovato chiostro dei monaci Celestini, lo sguardo di Michele Lapini cattura gli oggetti di questa campagna di intervento, i documenti colti in tutta la loro bellezza e fragilità, ma prosegue oltre, per mostrare al pubblico cosa accade dietro le quinte di un istituto culturale come l’Archivio di Stato, il cui mandato istituzionale è quello di conservare e di valorizzare le fonti della storia, per renderle fruibili e sottrarle all’oblio, divenendo il presidio della memoria di una comunità.