8. Viola e Virginia Tabarroni: presenza femminile nel caso Zamboni
Il 1926 registrò ben tre attentati alla vita di Mussolini. Il terzo, il più oscuro e quello che suscitò il maggiore scalpore e le interpretazioni più discordanti, ebbe luogo a Bologna, il pomeriggio del 31 ottobre. Ad essere subito additato come attentatore, e per questo ucciso sul posto, fu il sedicenne Anteo Zamboni. Il padre di Anteo, Mamolo, e la zia, Virginia Tabarroni (1), meglio nota come “Danda” (Malalbergo, 1888 – Bologna, 1977), furono entrambi riconosciuti dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato «colpevoli di correità del mancato omicidio premeditato» e condannati a trent’anni di reclusione (2). Virginia rappresentava il vero fulcro della famiglia più che la sorella Viola (Malalbergo, 1886 – 1972), madre di Anteo: riservata, tenera, volubile la seconda, quanto forte, volitiva, energica la prima.
Proprio per questo Virginia fu ritenuta, insieme al cognato, la vera ideatrice del tirannicidio. Dal durissimo carcere di Trani, dov’era rinchiusa, la Tabarroni indirizzava alla sorella parole strazianti: «Viola mia adorata, la tua Danda e il tuo Mammolo per ora non arrivano, non aspettarli, sarebbe invano» (3). Alla missiva qui esposta unì i poveri fiori «raccolti per il nostro Anteo».
Graziata poco tempo dopo, a seguito anche dell’intervento del giovane avvocato socialista Roberto
Vighi, Virginia lasciò la prigione alla fine del ’32 (4) e tornò ad abitare nella casa di via Fondazza insieme al cognato: Viola s’era però da tempo «allontanata dal tetto coniugale per motivi non ben noti ma che, secondo la voce pubblica, sarebbero dovuti a rapporti intimi tra lo Zamboni e la Tabarroni Virginia» (5).
Citazioni archivistiche
1. Scheda di segnalamento e identificazione di Tabarroni Virginia, s.d. (Archivio di Stato di Bologna, Questura, Gabinetto, Cat. A8 “Persone pericolose per la sicurezza dello Stato”, Radiati, Tabarroni Virginia).
2. Sentenza del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, Roma, 8 settembre 1928 (ibidem).
3. Virginia Tabarroni a Viola Tabarroni, Trani, 10 novembre 1932 (ibidem).
4. Virginia Tabarroni a Viola Tabarroni, Trani, 23 dicembre 1932 (ibidem).
5. Il commissario capo di p.s. della sezione S. Stefano al questore di Bologna, Bologna, 23 febbraio 1937 (ibidem).
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