1. Prima del ’48. Testimonianze di strada sequestrate (aprile-dicembre 1833)

Anche Bologna fu percorsa, negli anni Venti e Trenta dell’Ottocento, da agitazioni ed episodi di rivolta di diversa portata, in nome degli ideali di libertà e indipendenza, che tuttavia apparivano ancora svincolati dal concetto di nazione.

Nel febbraio 1831 una serie di eventi tumultuosi guidati, di fatto, da esponenti della nobiltà e dell’alta borghesia intellettuale esautorò il potere del legato pontificio. La città fu perciò affidata a un governo provvisorio formato da questo gruppo dirigente locale, un governo che ebbe vita breve. Esattamente un anno dopo, nel gennaio 1832, venne ristabilita l’autorità austriaca, mentre la città stessa diveniva sede di un commissario straordinario, con estesi poteri, a capo delle Legazioni.

Gli anni immediatamente a seguire furono caratterizzati da attente misure inquisitorie e repressive da parte degli organi di polizia. Si ritiene che il Risorgimento vero e proprio a Bologna sia maturato solo all’inizio degli anni Quaranta, in coincidenza con una diffusione più capillare e operativa del liberalismo, veicolato soprattutto dal pensiero giobertiano.

8-9 aprile 1833, notte. Le autorità di polizia individuano e sequestrano materiale affisso ai muri in diversi luoghi di Bologna, ovvero «13 cartelli di mezzo foglio per cadauno portanti ingiuriose parole contro l’Austria, l’Imperatore d’Austria, il Sommo Pontefice nostro ottimo sovrano ed il generale comandante le truppe austriache», l’ungherese barone Giovanni Hrabowsky von Hrabowa (1-4 vetrina 1; 1-2 vetrina 2). Gli stessi tredici foglietti volanti sono stati rinvenuti nella loro sistemazione originaria, tra il materiale documentario della Direzione provinciale di polizia.

Citazioni bibliografiche e archivistiche
1-4. Archivio di Stato di Bologna, Ispettorato poi Direzione provinciale di polizia, Atti riservati, 1833, b. 41.

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