10. Carducci e il ventennale dell’Otto Agosto 1848

L’ode Nel vigesimo anniversario dell’VIII agosto MDCCCXLVIII, inserita da Carducci nei Giambi ed epodi (1), fu pubblicata per la prima volta come manifesto nei primi giorni dell’agosto 1868. Sequestrata per decisione del prefetto, fu ripubblicata di lì a poco in versione censurata. Le strofe considerate eversive, che vennero quindi censurate, erano quelle in cui si delineava una continuità ideale fra l’eroico popolo bolognese del 1848, la “santa canaglia” che aveva cacciato l’invasore austriaco, e il proletariato urbano e rurale che nel 1868 occupava le piazze, protestando contro le inique tasse sul grano e il rincaro del pane.

Carducci, che solidarizzava apertamente con i manifestanti, era da tempo oggetto di attenzioni sospettose da parte delle autorità, per i suoi rapporti con i mazziniani. Già nel 1867, il ministro dell’istruzione pubblica, Emilio Broglio, aveva avviato una pratica di trasferimento del giovane professore, provvedimento cui il ministro accenna in una lettera al sindaco di Bologna Gioacchino Napoleone Pepoli (2), e che poi aveva dovuto ritirare per la ferma opposizione dell’interessato. L’anno successivo però la partecipazione di Carducci e due suoi colleghi, il giurista Giuseppe Ceneri e il chimico Pietro Piazza, ad un banchetto per il ventennale della Repubblica romana, provocò un nuovo provvedimento. Dopo aver richiesto con una lettera al prefetto (3) informazioni particolareggiate su quella riunione e sul testo del messaggio indirizzato dai commensali a Mazzini e Garibaldi, il ministro sospese per due mesi dall’insegnamento e dallo stipendio i tre professori. Le attività politiche di Carducci e i suoi rapporti con Mazzini erano nel frattempo oggetto d’interesse anche per il ministro dell’interno, che chiedeva al prefetto ragguagli sulle indagini e sull’esito delle perquisizioni che la polizia aveva effettuato nella sede dell’Unione democratica (4).

I provvedimenti punitivi adottati nei confronti dei docenti provocarono la reazione degli studenti bolognesi, che, per solidarietà con i professori e soprattutto con Carducci, fra marzo e aprile 1868 occuparono le aule universitarie. Quel primo sciopero studentesco, in pericolosa concomitanza con i moti del macinato, preoccupò moltissimo le autorità politiche e provocò anche l’intervento del procuratore generale del Regno, che avviò indagini in proposito chiedendo al prefetto informazioni precise su eventuali atti di violenza ai danni di studenti che intendevano assistere alle lezioni (5).

Citazioni bibliografiche e archivistiche

1. Giosuè Carducci, Giambi ed epodi e Rime nuove, Bologna, Nicola Zanichelli, 1894.

2. Emilio Broglio a Gioacchino Napoleone Pepoli, [6 gennaio 1868] (Archivio di Stato di Bologna, Gioacchino Napoleone Pepoli, Carteggio, Uomini politici, b. 3, Broglio Emilio).

3. Emilio Broglio al prefetto di Bologna, 22 febbraio 1868 (ibidem, Prefettura, Gabinetto, b. 150, “Professori Ceneri, Carducci e Piazza”).

4. Il ministro dell’interno al prefetto di Bologna, 3 aprile 1868 (ibidem, b. 151, “Ceneri, Carducci, Piazza”).

5. Il procuratore generale del re al prefetto di Bologna, 24 marzo 1868 (ibidem).

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