6. Anna Kuliscioff ed Enrica Astorri: due compagne di Andrea Costa

Le cronache attribuiscono ad Andrea Costa svariate relazioni sentimentali, due delle quali in questa sede documentate. La più nota fu senz’altro quella con Anna Kuliscioff (Moskaja, 1854 – Milano, 1925) (1). Di nazionalità russa, rifugiatasi in Svizzera nel 1877 per «sfuggire alle persecuzioni di quella polizia che mi ricercava d’arresto a motivo delle mie opinioni socialistiche», conobbe a Lugano l’anarchico imolese col quale – ella dichiara – si trovava «in relazione intima d’amore benché non legalmente uniti» (2). Dalla loro storia il Costa ebbe nel 1881 la sua prima figlia, Andreina.

Esauritasi questa relazione, la sua nuova compagna è una giovane donna imolese, Enrica Astorri (Imola, 1854 – Bologna, 1939). Di famiglia anarchica, si diceva che lei stessa facesse «ordinariamente sfoggio di teorie sovversive» e che il legame col Costa fosse sostenuto «dalla comunanza di principi professati». Dall’amore tra i due, continuato per molti anni, pur fra alti e bassi e magari con qualche pausa, vennero al mondo quattro figli: Andreano, nato a Bologna nel 1885, Annita (Mentana, 1888), Andreina (Bologna, 1890), Bice (Bologna, 1897) (3). Alla nascita Andreano e Bice ebbero il cognome della madre, mentre Andreina ed Annita furono registrate come avute da «donna che non consente di essere nominata».

Negli anni seguenti, tra il 1895 ed il 1904, Andrea Costa riconobbe le tre figlie (Andreano era morto troppo presto, nel 1886) e nel 1906 Andreina ed Annita furono infine riconosciute anche dalla madre.

Citazioni archivistiche

1. Ritratto di Anna Kuliscioff.

2. Interrogatorio dell’imputato Anna Kuliscioff, Bologna, 9 maggio 1880 (Archivio di Stato di Bologna, Tribunale di Bologna, Penale, Atti processuali, Fascicolo n. 1944/1880, “Procedimento penale contro Costa Andrea, Kuliscioff Anna”).

3. L’ispettore di p.s. di Levante al questore di Bologna, Bologna, 11 gennaio 1898 (Archivio di Stato di Bologna, Questura, Gabinetto, Cat. A8 “Persone pericolose per la sicurezza dello Stato”, Radiati, Astorri Enrica)

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